Un «pacchetto» contro gli affitti in nero

La proposta del viceministro Martinat prevede sgravi per proprietari e inquilini Confedilizia: «Può funzionare»

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Laura Verlicchi

da Milano

È un vero e proprio «pacchetto casa» quello che il viceministro alle Infrastrutture Ugo Martinat ha presentato al responsabile del Tesoro, Domenico Siniscalco, da cui attende una risposta nei prossimi giorni. L’obiettivo è duplice, spiega Martinat: «Favorire il mercato delle locazioni immobiliari e, allo stesso tempo, venire incontro al forte disagio economico dei ceti medio-bassi residenti nelle aree metropolitane».
La proposta si articola in cinque punti, il primo dei quali è a favore degli inquilini con reddito annuo fino a 50mila euro, che potranno dedurre completamente il canone di affitto pagato, qualunque sia il contratto di locazione. Oggi invece la detrazione è consentita solo a chi paga un canone agevolato, frutto cioè di accordi tra associazioni dei proprietari e degli inquilini. Il minor gettito fiscale che da questa misura dervierà per l’erario, sostiene Martinat, sarà compensato dall’emersione dei contratti stipulati in nero, così come è avvenuto attraverso le deduzioni concesse per le ristrutturazioni edilizie. Un altro gruppo di agevolazioni è dedicato ai proprietari, a partire dallo sgravio totale dell’Irpef per chi affitta a canone agevolato alle categorie disagiate, cioè a nuclei familiari che hanno al loro interno portatori di handicap o anziani ultrasessantacinquenni. Sempre per chi affitta a canone agevolato, la riduzione del reddito imponibile che ne deriva sarà aumentata del 5%, passando quindi dal 30% al 35 per cento. È prevista inoltre l’estensione a tutti i Comuni delle agevolazioni erariali per le locazioni a canone agevolato attualmente previste soltanto per i Comuni ad alta tensione abitativa.
Infine, una misura destinata a favorire l’acquisto della prima casa soprattutto da parte delle giovani coppie, aumentando la detrazione degli interessi sui mutui da 3.615,20 euro a 7.200.
«La deduzione del canone - commenta il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani- è una misura che avevamo segnalato come utile a far emergere il conflitto di interessi tra proprietario e inquilino, e di conseguenza il «nero».

Sulla carta il meccanismo funziona, ma in mancanza di serie statistiche sull’entità del fenomeno in tutta Italia (e non solo a Roma, dove è largamente diffuso) è una partita a pocker: lo Stato non sa se ci guadagnerà o ci perderà». E il Sunia (il sindacato degli inquilini) replica al governo: «Basta annunci».

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