Un pacchetto economico da 47 miliardi di euro Torna il ticket sulle visite

Dal summit esce una bozza meno blindata e all’insegna della collegialità: nessuna "scure" dall’alto, salvaguardata l’autonomia dei singoli ministeri. Ministri in pressing e Tremonti scende a patti

Un pacchetto economico 
da 47 miliardi di euro 
Torna il ticket sulle visite

RomaUna mano ai Comuni, evitando a quelli virtuosi i tagli ai trasferimenti che nella prima versione colpivano tutti indistintamente. Poi innalzamento molto graduale dell’età pensionabile per le lavoratrici del privato. Su tutto, la promessa di un metodo più collegiale e l’autonomia dei ministeri nel decidere i tagli. Non c’è stato il prendere o lasciare su un testo blindato né un il bis di quella notte in cui Gianfranco Fini ottenne la testa del ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Dal vertice di maggioranza di ieri pomeriggio e dal pre consiglio dei ministri serale è uscita una manovra più morbida rispetto a quella delle anticipazioni e, soprattutto, aperta a modifiche fino all’ultimo.
Flessibile persino sulla correzione, che potrebbe salire, dai 43 previsti, fino a 47,3 miliardi. Modesta la cifra per l’anno in corso, intorno ai 1,8 miliardi, mentre sul 2012 salirebbe a 5,5 miliardi per arrivare, nel 2013 e 2014, a 20 miliardi l’anno.
In mattinata, mentre le agenzie di stampa battevano i contenuti della bozza, Tremonti già apriva alle prime modifiche. Segno che margini di trattativa ci sono sempre stati. E il primo aggiustamento - quello su un patto di stabilità interno che non tagli le risorse anche ai sindaci che hanno i conti a posto - è stato significativamente annunciato dal leader della Lega Umberto Bossi, che nei giorni scorsi sembrava, per la prima volta, in rotta di collisione con il ministro.
Mutazioni importanti sulla previdenza, uno dei temi più spinosi e sentiti, tanto che, persino nella bozza del preconsiglio, le pagine dedicate alle pensioni erano in bianco. L’anticipo dell’adeguamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita è confermato, ma a partire dal 2014 e non dal 2013 come sembrava nelle ultime settimane. Anche l’inasprimento dei requisiti delle pensioni di vecchiaia per le donne dovrebbe risolversi in modo più morbido rispetto alla versione proposta dalla Ragioneria, che prevede già dal 2012 il ritiro a 61 anni per arrivare a 65 anni entro il 2020. La soluzione dovrebbe essere quella dell’aumento ultra soft a partire dal 2015, che dovrebbe portare alla parità intorno alla metà degli anni Venti, se non una rinuncia alla misura. Resta, invece, il blocco delle pensioni d’oro.
La Bozza consegnata da Tremonti ai ministri contiene la stretta sul pubblico impiego. Dal blocco del turnover allo stop del rinnovo contrattuale. Ma anche qui la trattativa è apertissima. E, almeno la seconda misura, dovrebbe saltare. Anche il blocco delle assunzioni nella scuola è destinato a tramontare, tanto che ieri una nota ufficiale del ministero di Maria Stella Gelmini ha precisato che «non c’è nessun taglio agli organici della scuola, ai fondi per l’università e sui finanziamenti alla ricerca».
Temi che saranno approfonditi fino all’ultimo. Oggi si apriranno dei tavoli tecnici tra l’Economia e i ministeri toccati dalla manovra, che proseguiranno anche domani mattina, fino a un altro pre consiglio dei ministri per arrivare all’approvazione vera e propria nel pomeriggio.
Corposo il capitolo banche, con l’imposta di bollo sulle transazioni finanziarie e, soprattutto, con una tassazione separata sulla attività di trading, con aliquota del 35%. Non c’è invece, nemmeno nelle Bozze, l’aumento dell’Iva. Lo ha annunciato il ministro allo Sviluppo Paolo Romani. Possibile che questo capitolo sia affrontato più avanti quando la delega sul fisco - che è confermata al consiglio dei ministri di giovedì - si riempirà di contenuti.
In bianco, la pagina della bozza che riguarda l’Ice, l’istituto per il commercio estero che nelle ultime versioni doveva essere abolito o trasferito a Milano. Mentre, salvo trattativa, nella manovra c’è un ritorno ai ticket sui farmaci e sulle altre prestazioni del servizio sanitario nazionale, aggiuntivi rispetto a quelli eventualmente previsti dalle regioni.
Infine, un giallo sugli ordini professionali.

Una delle bozze sembrava prevedere l’abolizione di quello dei giornalisti. L’Ordine ha reagito protestando: «Sarà una giungla peggiore di quella che esiste oggi». Nell’ultima versione, quella del preconsiglio, la misura è stata stralciata.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica