Milano - La Fai (Federazione anarchica
informale) - che ha rivendicato l’ordigno piazzato
all’Università Bocconi di Milano e il pacco bomba al Cie di
Gradisca d’Isonzo - "ha rappresentato, negli ultimi anni, la
principale minaccia terroristica di matrice
anarco-insurrezionalista a livello nazionale", ma nel 2008,
così come nel 2007, è proseguito il suo "silenzio
operativo" È quanto affermano i servizi segreti nell’ultima
Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza
consegnata al Parlamento. "In generale - sottolineano gli organismi di intelligence -
a fronte di un significativo aumento delle iniziative
intimidatorie (missive, atti vandalici, ecc.), si è registrata
una flessione nel numero degli attentati veri e propri, in
ragione anche dei successi dell’azione di contrasto e della
continuità nel dispositivo di prevenzione".
Una considerazione che riguarda sia la Fai che il Fronte
rivoluzionario, considerate le "sigle più attive nel recente
panorama eversivo", soprattutto "nelle regioni del
centro-nord".
Stasi di due anni Secondo l’Aisi (l’Agenzia informazioni e sicurezza interna),
nonostante la "prolungata stasi" della Fai, l’area
anarco-insurrezionalista si conferma comunque "l’area eversiva
più vitale", caratterizzata da "una serie di attentati di
basso profilo operativo, non rivendicati, in danno di
obiettivi-simbolo delle campagne libertarie contro la
’repressionè e lo sfruttamento ambientale".
La Federazione anarchica informale - che aveva firmato anche
le scritte contro il commissario Calabresi comparse lo scorso
maggio sui muri di alcuni edifici a Torino - venne alla ribalta
nel dicembre 2003, quando rivendicò gli attentati con pacchi
bomba all’allora presidente della Commissione europea Romano
Prodi. Attribuite alla stessa sigla anche le azioni criminose
nei confronti del presidente della Banca centrale europea ed
alle sedi di Europol ed Eurojust. Negli anni successivi si è
inoltre resa responsabile, in associazione con sigle diverse, di
numerosi attentati dinamitardi in varie località del territorio
nazionale. Tra gli obiettivi un commissariato di polizia, a
Genova-Sturla, caserme dei carabinieri, a Milano e quella del
Ris di Parma, la casa circondariale di San Vittore e un’agenzia
di lavoro interinale.
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