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Il «pacco» alla napoletana va di moda anche nell’era del web

Sono passati più di due anni, ma gli utenti di eBay ancora si ricordano di quello strano nick: «Pirnaculuni», soprannome di uno dei venditori di eBay, il più grande sito di aste on line del mondo. A farlo diventare famoso, nell’aprile del 2007, fu una delle più clamorose beffe mai messe in atto ai danni degli utenti del sito americano. Pirnaculuni mise all’asta una trentina di oggetti, alcuni anche di notevole valore. Nessuno notò il dettaglio sospetto: le offerte scadevano tutte in contemporanea. Così il venditore incassò oltre 20mila euro e sparì nel nulla senza mai consegnare la merce promessa. Un caso unico? Purtroppo no. Nonostante l’impegno continuo dello staff di eBay, che ha un reparto addetto proprio alla segnalazione e prevenzione delle truffe, sono parecchi i frequentatori del sito che hanno avuto brutte sorprese.
Del resto, eBay è un gran bazar con un assortimento praticamente infinito ma con un difetto: non puoi guardare in faccia il venditore. Che è sempre nascosto dietro a un anonimo nickname, una manna per i malintenzionati e gli intenzionati a eclissarsi in fretta. Per controbilanciare il punto debole del commercio a distanza, eBay utilizza il sistema del «feedback»: sono i giudizi della comunità degli utenti che costruiscono la reputazione del venditore. Un sistema brillante, ma non totalmente a prova di furbo.
Il lato oscuro di eBay è abbastanza consistente da aver generato un sito parallelo, ebayabuse.com, che raccoglie denunce di utenti raggirati e ha addirittura una lista nera di persone sospette messe alla berlina: «Non fate affari con questi».
Nonostante tanti sforzi, la possibilità di restare fregati esiste. E non solo come compratori. Nello scorso ottobre, i carabinieri hanno scoperto un’elaborata truffa messa in piedi a Rimini da un gruppo criminale che aveva un aggancio all’Aci: la banda contattava i venditori di auto usate su eBay e li convinceva a lasciargliele in conto vendita presso concessionarie compiacenti. Appena in possesso dell’auto, i truffatori denunciavano il furto dei documenti, se ne facevano fare una copia dal complice e le vetture partivano inesorabilmente per l’Est Europa.
L’arte della truffa insomma, si adatta.

Come hanno capito i due giovani napoletani denunciati lo scorso 17 novembre. Il loro annuncio su eBay prometteva gadget elettronici a prezzi stracciati. Ma agli acquirenti arrivava solo un involucro pieno di pietre. Il classico, intramontabile pacco è entrato nell’era del web.

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