
Un altro pomeriggio di manifestazione ieri a Milano. Nonostante sia stato firmato l'accordo tra Israele e Hamas sulla prima fase del piano per la pace a Gaza. Nonostante l'annuncio del presidente Trump che gli ostaggi dovrebbero essere rilasciati domani o al più tardi martedì, ieri pomeriggio le strade del centro sono state ancora invase dal corteo a sostegno della Palestina. Qualche centinaio le persone scese in piazza che si sono ritrovate nel primo pomeriggio a Porta Venezia da dove sono partiti per raggiungere piazza della Scala. Alla manifestazione, come previsto, hanno partecipato molte associazioni palestinesi e anche tanti studenti. Tra di loro anche quelli della Statale che ieri, invece, hanno deciso di cessare l'occupazione delle aule del distaccamento di Scienze Politiche di via Conservatorio. La protesta organizzata dal collettivo Rebelot era iniziata circa una settimana fa, per l'esattezza lunedì scorso con il blocco degli ingressi della sede lasciando entrare solo chi avesse partecipato alle assemblee. Già nel pomeriggio di ieri l'ateneo si è attivato per sistemare i locai. Nessun danno strutturale ma indispensabili invece pulizie delle aule e anche per cancellare le scritte sui muri. Già da domani comunque l'attività didattica potrà riprendere regolarmente. Le lezioni in questi giorni non si erano interrotte ma erano state effettuate da remoto.
Il corteo di ieri ha sfilato per la città aperto dallo striscione "Palestina libera. Ora e sempre resistenza. Fermate il genocidio". "Più di 730 giorni di genocidio continuò a Gaza. Il primo grazie che dobbiamo dare è alla legittima resistenza del popolo palestinese", hanno detto al megafono. "In questa tregua non avete nessun merito perché voi siete i guerrafondai, voi avete fornito armi per uccidere bambini e donne. Chiedono se noi palestinesi abbiamo festeggiato il 7 ottobre come giornata di vittoria".
Hanno detto di essere pessimisti anche sul piano Trump: "Noi vogliamo la pace, non vediamo l'ora che in Palestina tutti i cittadini che ci vivono e appartengono a questa terra, siano essi musulmani ebrei o cristiani, possono convivere in pace. Questo è un sogno".