Uno si allinea, laltro replica, il terzo si defila. Ludienza degli amministratori del Lazio con Benedetto XVI finisce come al solito per diventare un caso politico quando il Papa coglie loccasione per ribadire la propria contrarietà alle unioni di fatto. I Pacs, afferma Ratzinger, sono «pericolosi e controproducenti» perché «puntano ad attribuire ad altre forme di unione impropri riconoscimenti giuridici, finendo inevitabilmente per indebolire e destabilizzare la famiglia legittima fondata sul matrimonio». Niente di nuovo sotto il Cupolone, se non fosse che ad ascoltare il discorso cerano Walter Veltroni, Piero Marrazzo ed Enrico Gasbarra. I tre, a dire il vero, avevano provato invano a girare al largo da una tematica piuttosto scottante, dedicando i propri interventi a campi, come dire, di minor attrito: la pace (Gasbarra), i bambini (Veltroni) e il diritto alla salute (Marrazzo). Messi alle strette, al termine delludienza hanno scelto strategie mediatiche diverse. Gasbarra, «da cattolico», ha detto di «riconoscersi» nel messaggio del Papa. Marrazzo, ai microfoni di Radio Vaticana, seppur diplomaticamente ha replicato al Pontefice: «Difendere diritti e bisogni di determinate persone - ha spiegato - si può fare senza mettere in discussione il concetto di famiglia». Veltroni ha dribblato i microfoni e si è chiuso in un silenzio. Monastico.
Lappello di Benedetto XVI, comunque, ha diviso le reazioni della politica. Mentre gran parte del centrosinistra più o meno esplicitamente chiede al sindaco e al governatore di «ignorare» le parole riservate ai Pacs dal Papa, i centristi dellUnione e la Cdl accolgono invece con favore il nuovo affondo arrivato dal Vaticano contro le unioni civili. Del primo gruppo fa parte Donato Robilotta, capogruppo in Regione della Rosa nel pugno, che pur avendo «apprezzato» il discorso del Pontefice, ricorda «il principio della netta separazione tra Stato e Chiesa, secondo cui lo Stato laico deve saper garantire i diritti civili a ogni cittadino», annunciando una proposta di legge regionale che «estende alcuni benefici previsti dalla legge alle coppie di fatto, attraverso listituzione del Registro delle Unioni Civili». Posizione ricalcata dal capogruppo Rnp in Campidoglio, Gianluca Quadrana. Stessa parte politica ma trincea opposta quella di Regino Brachetti, assessore regionale agli Affari istituzionali in quota Udeur, per il quale «il richiamo del Santo Padre sui rischi di indebolimento e destabilizzazione della famiglia fondata sul matrimonio, connessi a riconoscimenti giuridici delle coppie di fatto, è assolutamente condivisibile». LUdeur, con il suo capogruppo regionale Leopardi, mette anche in guardia dai «tentativi di deriva estremista allinterno della coalizione». Non la pensa così Adriana Spera, capogruppo di Rifondazione in Aula Giulio Cesare. Per lei è necessario che si prosegua sulla strada dei Pacs «senza condizionamenti di tipo religioso impropri in uno Stato che è e deve restare laico».
Se la maggioranza sul tema ha posizioni distinte da partito a partito, è decisamente univoca la Cdl. Il consigliere regionale azzurro Stefano De Lillo plaude al richiamo del Papa, «chiaro, esplicito, laico», e critica invece le «iniziative di comuni come Roma e di regioni come il Lazio» a favore delle coppie di fatto, che sono «insidiose» perché «parificandosi nei diritti ma non nei doveri» al matrimonio, «indeboliscono con una concorrenza scorretta la centralità della famiglia». «Pietre contro lipocrisia»: definisce così le parole di Papa Ratzinger il capogruppo di Fi in comune, Michele Baldi, che invita alla coerenza: «Se si sceglie di baciare la mano al Papa bisogna essere conseguenti anche nei comportamenti, altrimenti è più serio starsene a casa». Il capogruppo regionale dellUdc Rodolfo Gigli suggerisce di prendere lappello del Pontefice come spunto «di riflessione per quegli ambienti del centrosinistra regionale che spingono per i Pacs», mentre per An è il capogruppo in consiglio comunale Marco Marsilio a esprimere «apprezzamento» a Ratzinger per le «parole forti e il richiamo di alto valore morale agli amministratori locali».
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