Il Pacs alla romana divide il centrosinistra

I pacs forse in futuro uniranno legalmente molte coppie attualmente prive di un riconoscimento giuridico, ma sicuramente ora dividono il centrosinistra capitolino. E fanno discutere in aula Giulio Cesare.
Ieri è stato depositato un ordine del giorno, firmato da tre esponenti dell’Ulivo (Roberto Giulioli, Massimiliano Valeriani, Dario Nanni), Rosa nel pugno, Lista civica, Verdi e Italia dei Valori, con il quale si invita al sindaco a segnalare in Parlamento «l’attenzione della città verso la necessità di una legge che estenda i diritti civili di chi vive insieme (sia esso omosessuale o eterosessuale), istituendo un Registro nei comuni italiani. Ma anche attraverso la tutela di queste unioni per quanto riguarda i diritti di successione, legati alla pensione e alla sanità».
Il documento, che verrà discusso nei prossimi giorni in consiglio comunale, è collegato alla delibera il cui primo firmatario è Gianluca Quadrana (Rnp), su cui sta lavorando in queste ora parte della maggioranza e che di fatto prevede l’istituzione del Registro delle unioni civili. Amedeo Piva, vice capogruppo dell’Ulivo non nasconde la contrarietà alla presentazione in aula di entrambi i documenti: «Sono inopportuni - spiega - perché in questo momento dobbiamo ragionare serenamente, senza creare contrapposizione ideologiche fra i diversi partiti». «Questi documenti - aggiunge Piva - non fanno altro che creare confusione, quando invece servirebbe un dialogo sereno per aiutare il Parlamento a portare a termine il suo lavoro». Pino Battaglia, capogruppo dell’Ulivo, che pure non ha firmato l’ordine del giorno, dichiara di essere a favore di quel documento, ma ritiene inutile portare in Aula la delibera sul registro delle coppie di fatto. «Quello è un provvedimento che non produce effetti concreti - puntualizza - dal momento che disciplina materie, come i diritti di successione, che sono di competenza del governo. Serve solo a chi la porta in consiglio, per farsi un po’ di pubblicità, non cambia di una virgola la posizione delle coppie di fatto».
Anche Gianfranco Zambelli, capogruppo dei Moderati per Veltroni parla di «strumentalizzazione politica da parte di chi ha deciso di presentare in aula la delibera, soprattutto perché è il governo che decide, quindi non ha senso discuterne in consiglio». «Sono contrario all’istituzione di un Registro delle coppie civili - dice - ma penso che, invece, sia giusto estendere a quelle coppie la possibilità di usufruire di alcuni diritti». L’ordine del giorno però parla anche di istituzione di un registro. «Essendoci quel riferimento, il documento non lo voterò sicuramente».
Più omogenee le posizioni dei diversi esponenti dell’opposizione in materia di pacs e diritti collegati. «È un fatto di moda che anche i consigli comunali discutano di quegli argomenti che sono di competenza nazionale - spiega Davide Bordoni (Fi) - Ma questo significa creare delle aspettative nei confronti di chi può avere una risposta solo dal Governo nazionale». «È pura propaganda», aggiunge Marco Marsilio, capogruppo di An.

Entrambi poi si dichiarano «contrari» alle istituzioni dei Pacs («bisogna evitare ogni confusione fra la famiglia vera e propria e altri tipi di unione»), ma non nascondono di essere favorevoli all’estensione a tutte le coppie di alcuni diritti, come quelli di successione o legati alla sanità. «Quello che non accetto - conclude Marsilio - è un’equiparazione fra i due diversi tipi di unione, che portano tutti i diritti sullo stesso piano, a cominciare dall’adozione.

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