A Padova, fra poco tempo, potrebbero scomparire cartelli che da 2000 anni si vedono allingresso delle abitazioni e che incutono un certo timore. «Cave canem» è frase arcinota, immortalata in innumerevoli documentazioni musive recuperate negli scavi di Pompei, raffiguranti un cane alla catena con la scritta di cui stiamo parlando. Con lattuale «attenti al cane» si suole segnalare che chi entra lo fa a proprio rischio e pericolo per la presenza di un cane non proprio socievole (il «chien méchant» dei francesi). Lavvertimento, oltre che per i comuni visitatori, dovrebbe valere anche come fonte di dissuasione per eventuali malintenzionati.
La realtà è che, al tempo dei romani, labitudine di tenere cani di grande mole alla catena corta per tutta la vita, li rendeva effettivamente pericolosi per i ladri o gli ospiti indesiderati, mentre oggi lavvertimento spesso suona patetico, quando al di là del cancello si scorgono le orecchiette di uno Yorkshire alto appena una spanna. E i ladri se la ridono.
A Padova dunque la segnaletica del «cave canem» è destinata a rimanere nella memoria della gente, perché lAssessore comunale allambiente Alessandro Zan ha annunciato che, nel Consiglio comunale di gennaio, verrà presentato, per la prima volta, il progetto di abolizione della catena per i cani.
In molte città italiane, da qualche anno, le amministrazioni comunali hanno sentito lesigenza di dotarsi di un regolamento urbano per la detenzione degli animali daffezione che vada sempre più verso lottica del loro rispetto e della comprensione che, trattandosi di esseri senzienti, possiedono anchessi i loro buoni diritti.
Vi sono città, come Reggio Emilia ad esempio, dove il regolamento comunale vieta di tenere i pesci rossi nelle classiche «bocce» ove sono costretti a girare in tondo per tutta la vita (spesso breve per loro fortuna).
Lassessore veneto ha posto giustamente la propria attenzione sulla catena alla quale vengono «legati» spesso i cani, sia in città, ma soprattutto in periferia e in campagna. In questa ottica l'amministratore lungimirante ha deciso di avviare, nelle prossime settimane, incontri con lassociazionismo animalista, per formulare un regolamento che sia allavanguardia nella nazione, nella tutela del benessere degli animali da compagnia. Lassessore Zan ha già coinvolto anche lAzienda sanitaria locale e lamministrazione provinciale per far sì che i provvedimenti non restino vincolati al territorio comunale padovano, ma vengano estesi al maggior numero possibile di comuni della provincia veneta.
Il regolamento non prenderà in considerazione soltanto il problema della catena cui vengono spesso legati i cani, ma si ripromette di porre regole severe per quanto riguarda ad esempio il fenomeno della detenzione di animali «esotici». È ancora fresco il ricordo degli abitanti di Via Tomitano, dove, qualche mese fa, da un water sbucò un indesiderato ospite: un pitone.
«Il regolamento - ha affermato l'assessore - disciplina tutto quello che non è previsto per legge. Ci sarà una collaborazione con le guardie zoofile per individuare eventuali abusi e soprattutto sono previsti controlli e sanzioni. Ad esempio, la catena del cane deve permettere libertà di movimento scorrendo su un filo lungo almeno 5 metri e alto 2».
Il nuovo regolamento verrà poi illustrato ai cittadini, quartiere per quartiere, grazie anche alla collaborazione dell'assessore alla Partecipazione Silvia Clai, dellItalia dei Valori. Insomma tutti contro il «cave canem».
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