Padovese: "L'omicidio di don Santoro? Ferita aperta"

Poco più di un anno fa monsignor Luigi Padovese aveva rilasciato un'intervista al quotidiano online Sussidiario.net: ne pubblichiamo alcuni stralci

Padovese: "L'omicidio di don Santoro? Ferita aperta"

Milano - Poco più di un anno fa monsignor Luigi Padovese aveva rilasciato un'intervista al quotidiano online Sussidiario.net. Il prelato fece una diagnosi molto accurata dei rapporti, non facili, tra la comunità cristiana e le frange più estreme dell'islam. Poi si soffermò su don Santoro, barbaramente ucciso nel 2006, sempre in Turchia. Pubblichiamo alcuni stralci di quell'intervista. "La mia diocesi - raccontava Padovese - comprende quasi i due terzi dell’intera Turchia: circa 480.000 km quadrati. Un’estensione vastissima in cui vivono tra i 2500 e i 3000 cattolici. Un numero approssimativo, in realtà non riusciamo a calcolare meglio il numero dei cristiani perché mancano le parrocchie che terrebbero registrati i fedeli"...

Cristiani: da 18 milioni a poche migliaia "Nel 1927 i cristiani erano il 20%, circa due milioni su una popolazione di 17-18 milioni. Il fatto che oggi ci troviamo ad essere un numero cosi risicato su una popolazione di 70-71 milioni è sintomo di una situazione segnata da innegabili discriminazioni. La Costituzione sancisce l’uguaglianza dei cittadini turchi. Non è la legge in quanto tale che causa questi fenomeni, ma la sua non applicazione…".

Il rapporto con l'Islam "Nelle grandi città come Istanbul, Smirne, Mersin, Antiochia – ad eccezione di alcuni atti di violenza e intimidazione che si sono verificati negli anni passati – i rapporti con il mondo musulmano sono buoni.

La situazione della Turchia non è legata tanto alla presenza dell’Islam, cui appartiene più del 99% della popolazione, e alla sua predicazione, quanto piuttosto a una sorta di nazionalismo che vede il cristianesimo come un fenomeno estraneo alla cultura turca" (...).

- Leggi il testo completo dell'intervista al Sussidiario.net

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