Lopera più suggestiva è un gigantesco portone in radica di pioppo che lascia filtrare una luce abbagliante dietro la soglia socchiusa. La monumentale scultura, posizionata nella sala grande di Villa Clerici di fronte a un bronzo di papa Montini firmato da Floriano Bodini, ha un titolo emblematico: «La porta del Paradiso». Pino Pedano, scultore miracolato, fa ruotare le grandi ante su cui i disegni del legno lasciano presagire mistiche allegorie, e le «animelle» da falegnameria incastonate rimandano a difficili ascese al cielo. Del mobiliere che da 40 anni arreda di oggetti in massello le case dei milanesi, questo piccolo siciliano dallaria filosofica ha mantenuto soltanto il rigore che conferisce perfezione formale a sculture apparentemente astratte: totem, sfere, muri e colonne costruiti con modularità ritmiche quasi ossessive in cui le imperfezioni del legno generano figure e cromatismi inaspettati. I titoli però rivelano una narrazione che non lascia scampo: Orizzonte assunzione, Muro di preghiera, Ascensione, La vita vince, Risveglio, Virgo e via di questo passo. «È vero sono un miracolato, devo tutto a Padre Pio», dice ricordando ancora una volta come fosse ieri la vicenda che gli ha cambiato la vita e che ha trasformato la sua arte in una specie di missione. «Sto costruendo la cappella dellospedale... una cosa tosta». Sulle colline dellOltrepò, dove ha un grande laboratorio darte, campeggia una monumentale gigantografia del santo di Pietralcina. «Ero allospedale San Raffaele condannato da un male incurabile, quando una mattina mi sveglio in una luce abbagliante. Capii che Padre Pio aveva ascoltato le mie preghiere. Ero guarito». Pino Pedano, figlio di contadini del messinese, frequenta ancora il grande negozio che gestisce con la moglie Annette, tedesca di Francoforte, ma oggi si sente lontano anni luce da quando negli anni della Milano da bere arredava locali alla moda come il Number One o il Nepentha, o quando i suoi mobili di design «anti-design» finivano sulle copertine dei magazine. Chi ha loccasione di incontrarlo oggi ascolta discorsi dove i progetti si mescolano inevitabilmente con la spiritualità e larte. Anche se si parla di un letto. Lui ti guarda e capisce se dormi bene e se la tua salute è in pericolo. Non cè oggetto nel suo showroom, dalle reti in legno e caucciù alle imbottiture dei cuscini di cui non decanti le proprietà benefiche per la mente e per il corpo. Non è solo una questione di Feng Shui. Lui è un miracolato e il suo miracolo in qualche modo sente di voler condividerlo. «Ho guarito vip della politica e dello spettacolo da malattie croniche e depressioni semplicemente con il buon dormire, una delle cose più importanti per la salute e il benessere su cui ho concentrato le mie ricerche». Ha brevettato materassi imbottiti di torba per drenare le energie negative e cuscini di crini di cavallo contro la cefalea. Ai suoi clienti alla fine regala strani tubicini pieni di un liquido misterioso da tenere sotto il materasso. Un portafortuna? Nessuno lo sa, ma lui ti convince: «Allontana i malesseri». Per il resto, deve allamico giornalista Giovanni Gazzaneo la fortuna di essere tornato dopo gli anni della malattia e della guarigione a fare lartista. Come negli anni Settanta quando esponeva alla Galleria del Naviglio di Renato Cardazzo o come quando nell84 collaborò nientemeno che con uno dei padri del graffitismo americano, Keith Haring.
Agli inizi degli anni Novanta, alla vigilia del dramma che gli avrebbe cambiato la vita, il critico Carlo Bertelli gli organizzò una personale alla Rotonda della Besana intitolata «Il Giardino segreto». Oggi è tutto diverso e quando parla delle sue grandi sculture è come se le considerasse «animate», come se dovessero raccontare la genesi e il mistero delluomo.«Padre Pio mi ha miracolato ora faccio solo opere sacre»
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