Non sono in vendita, né mai lo saranno, nemmeno nella crisi economica più nera, ma sapere che questi segmenti di Italia valgono così tanto dà un certo ottimismo e persino, pur trattandosi di vil moneta applicata alla bellezza senza tempo, un certo orgoglio. Colline del Chianti: 3,9 miliardi di euro. Costiera amalfitana: 3,5 miliardi. Versilia: 1,9. E via così. Fino a raggiungere una cifra complessiva di 20 miliardi di euro, spalmati su una dozzina di luoghi delezione. A stilare la classifica è stato lUfficio studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza, partendo da un piccola notizia: se la Finlandia aveva chiesto in garanzia alla Grecia, per il famigerato salvataggio economico, beni di Stato come lAcropoli, il Partenone e alcune isole incantevoli, non sarebbe quanto meno opportuno sapere la cifra cui ammontano i nostri paesaggi più preziosi?
Dio non voglia che occorra ipotecarli - non è andata così nemmeno per la Grecia - ma di certo abbiamo in casa lequivalente e più di una manovra finanziaria piuttosto spinta. La Camera di Commercio ha poi valutato anche i singoli monumenti: il Colosseo a Roma sfiora i 91 miliardi, il Duomo di Milano 82, i Musei Vaticani, che comunque non sono in Italia, 90. Gli strumenti per stimare il nostro patrimonio paesaggistico sono stati lAnholt Brand Index associato a dati di Registro delle Imprese, Istat, Agenzie del territorio, Regione Lombardia, Banca dItalia. Tutto allinterno del progetto Eri, Economic Reputation Index, illustrato dal libro Limportanza di chiamarsi Brand (Guerini e Associati).
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