Paese avvelenato da una lasagna: un morto

Il batterio killer forse si è annidato tra la mozzarella filante, il pomodoro fresco e la besciamella della pasta al forno. Lì si è riprodotto e una volta ingerito ha contagiato tutti quelli che le lasagne le hanno mangiate. Grazia Marino, la donna di 74 anni, non ha retto alla «tossinfezione alimentare» che il cibo avariato ha provocato: si è sentita male, in ospedale a Barcellona Pozzo di Gotto è arrivata già in coma ed è morta per arresto cardiaco. Sarà l'autopsia, in programma stamattina, a chiarire i lati oscuri della vicenda. Ma attorno alla rosticceria «Peli e penne» di Falcone che ha venduto l'alimento, è psicosi, perché altri tre familiari della signora Marino e due turiste di Terni, cinque in tutto, sono stati ricoverati con sintomi di una brutta intossicazione: forti dolori all'addome, diarrea, vomito e febbre. La procura di Patti ha aperto un'inchiesta sulla morte sospetta: il pm Rosanna Casabona ha disposto l'autopsia e sequestrato la polleria di Falcone; come «atto dovuto» sul registro degli indagati è finito Enzo Recupero, il gestore della rosticceria. Ma c'è un particole che rende ancora più inquietante la vicenda: la pasta al forno sarebbe stata cucinata da un'azienda di «catering» a Brolo, 80 chilometri da Falcone. Le lasagne avrebbero fatto tanta strada prima di finire nel piatto ed essere mangiate. A pochi giorni fa ferragosto sul banco degli imputati inevitabilmente salgono i cibi da strada, il pollo allo spiedo, la pizza a taglio, il gelato: quelli che d'estate finiscono sulle tavole dei vacanzieri che pur di stare un'ora in più al mare fanno ricorso a piatti o freddi o a cibi preconfezionati in rosticceria, vivande purtroppo non sempre genuine e fresche che diventano micidiali per l'organismo umano.
Un po' forse come è successo ai Marino, gente di Messina in vacanza in una casa presa in affitto a Falcone. Martedì sera il capofamiglia è andato in rosticceria a comperare qualcosa di pronto. La pasta al forno era invitante, sul bancone faceva bella figura con la mozzarella filante, ma a mezzonotte si è rivelata una pietanza carica di veleno. Dopo il primo boccone tutti quelli che l'hanno mangiata hanno avvisato i sintomi dell'infezione alimentare. La corsa in ospedale, al «Cutroni Zodda» di Barcellona Pozzo di Gotto, dove però Grazia Marino è morta. Le analisi sulle feci al momento hanno escluso il botulino, potrebbe essersi trattato di un'infezione da salmonella, o addirittura una contaminazione chimica. Il direttore sanitario dell'Asp di Messina Santo Conti ha spiegato che si stanno «facendo degli esami emoculturali e cromoculturali per verificare la natura di questo evento infettivo».

«L'ufficio di igiene pubblica - ha aggiunto - sta compiendo un'indagine epidemiologica, sia presso i pazienti ricoverati ma anche ad altri componenti del nucleo familiare, e dove possibile ad altri clienti della rosticceria dove è stato acquistato il cibo». Secondo l’Efsa in Europa ogni anno si registrano 380.000 intossicati alimentari.

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