Paesi emergenti Tutti i tumori sono oggi in grande crescita

I tumori sono sempre più appannaggio dei paesi a basso e medio reddito: nel 1970 nei Paesi emergenti si registrava solo il 15% dei casi mondiali, nel 2008 si è passati al 56% e si stima che tra dieci anni si arriverà al 70% dei casi. Già oggi, comunque, sul parametro di vita persa in anni, l’80% si registra proprio nei paesi a basso e medio reddito. Questi dati sono appena apparsi solo online su Lancet e sono stati resi noti dalla Global Task Force sul controllo e la terapia del cancro nei paesi in via di sviluppo, che tra l’altro coinvolge anche la fondazione di Lance Armstrong e istituzioni come l’OMS e Harvard. Per prevenire il diffondersi di nuovi casi in questi paesi, gli esperti della Task Force suggeriscono di adottare interventi relativamente poco costosi, quali misure contro il consumo del tabacco e l’abuso dell’alcool, vaccinazioni contro il papilloma virus, causa del cancro al collo dell’utero e vaccinazioni contro l’ epatite b, causa del tumore al fegato.
«La diagnosi precoce (di screening) e le terapie oncologiche sono interventi molto costosi», commenta il professor Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di oncologia medica dell’Istituto nazionale Tumori di Aviano.

«Come avviene per l’aids, i paesi a basso e medio reddito dovrebbero dare la priorità a investimenti in farmaci e screening invece che in armi o manifestazioni faraoniche inutili come i mondiali di calcio (che ne sarà degli stadi in Sudafrica?). I tumori rimangono spesso non trattati nei paesi in via di sviluppo come è avvenuto per decenni per l’hiv/aids. Si deve agire velocemente su screening e terapia.

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