«Non ho niente da nascondere. Incontrai Criscito per chiedere spiegazioni sulla prestazione del derby (quello dell8 maggio 2011 vinto dal Genoa al 92 ndr) e per gli insulti che ci avevano rivolto dal campo». Comincia così la difesa di Fabrizio Fileni uno dei due capi ultras genoani fotografati all'esterno di un ristorante insieme appunto all'ex rossoblù Criscito, a Beppe Sculli e ad un pregiudicato bosniaco Safet Altic, attualmente in carcere per droga. Molti i lati oscuri che uno alla volta Fileni controbatte. Perché la presenza di Sculli, che giocava a quellepoca nella Lazio? «Con lui c'era un rapporto umano e la sua famiglia vive a Genova. Non mi stupisce che ci fosse, visto che faceva avanti ed indietro da Roma. Io volevo parlare con Criscito». Se non era una cosa organizzata come faceva a sapere che era in quel ristorante? «Genova è un paese piccolo» risponde Fileni che aggiunge «mi vergogno di quella foto soprattutto perché qualcuno possa pensare che abbia lucrato sul Genoa. È falso». E racconta alcuni particolari di quell'incontro. «Non entrammo neanche dentro al ristorante e quando uscì ci tese la mano, non gliela demmo. E tenne sempre la testa bassa. Aveva qualcosa da nascondere». Forse la presunta combine del derby? «Non lo so. Se così fosse faranno i conti con la loro coscienza». Ed ecco una precisazione forte e chiara. «Noi della Nord abbiamo iniziato la contestazione contro il calcio scommesse alle prime voci. Pure io ho composto gli striscioni». Sorpreso dalle accuse mosse a Criscito? «Si, molto». Milanetto in galera, invece? «Giusto. Chi sbaglia deve pagare». E davanti al suo avvocato non ha dubbi.
«Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia ed iscrizione sul registro degli indagati. Ma se i magistrati vogliono sentirmi, sono pronto ad andarci». Per chi si professa un «combattente del Genoa» una prova di forza e di orgoglio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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