Il botteghino è stato letteralmente preso d'assalto per la prima di Pagliacci e Cavalleria Rusticana, in programma venerdì sera al Carlo Felice; e non solo per la prima. Anche le altre recite promettono un teatro completamente esaurito, fino all'ultimo posto in balconata.
Eh già
il melodramma verace miete sempre le sue vittime, non solo tra chi già lo sa a memoria e immancabilmente sente accapponare la pelle al grido straziante «Hanno ammazzato compare Turiddu», ma anche tra coloro che magari il verismo non lo amano, ma che non possono fare a meno di riconoscere che questa celebre accoppiata lirica Leoncavallo-Mascagni (la prima da un fatto di cronaca calabrese di fine '800, la seconda dall'omonima novella di Verga) ha talmente tanta forza drammatica e incisività musicale che non può lasciare indifferenti, i nervi li tocca, eccome.
Un nuovo allestimento, proprio del teatro genovese, una direzione autorevole, quella del maestro Bruno Bartoletti (Giorgio Bruzzone l'8/3), carismatico testimone della tradizione operistica italiana e un debutto registico per Sebastiano Lo Monaco, che viene da una trentennale esperienza di attore di prosa (e poi anche cinematografico), che per la prima volta appunto affronta l'opera lirica.
Due grandi protagonisti, Salvatore Licitra, fresco di Metropolitan, dove ha eseguito lo stesso repertorio, e il «nostro» tenore Alberto Cupido, che affrontano il doppio ruolo - e questo è assai raro - di Canio e Turiddu, vero e proprio tour de force anche per le ugole più esperte; e infine - come dimenticarlo? - un altro debutto nell'opera, quello delle voci bianche del Maestro Tanasini, che si apprestano a diventare vere esperte del palcoscenico dopo il successo del concerto di Natale.
Ma guardiamo, proprio con gli occhi, questo dittico dal punto di vista della regia. Lui, Lo Monaco, è siciliano, e questo lo si intuisce anche soltanto abbracciando con lo sguardo lo spazio scenico, in particolare in «Cavalleria». «Ho portato la mia Sicilia con me, quella che vedo io, nel suo aspetto nudo e assolato, teatro di passioni forti e incontenibili: proprio il delitto passionale è in fondo il filo rosso che unisce le due opere, così genuine nella loro cruda carnalità. Ho chiesto ai cantanti di essere attori, di vivere il personaggio e ho cercato di circondarli di un alone di tragicità classica, rifacendomi al teatro greco; trovo infatti forti affinità - d'altronde già in Verga - in special modo dal punto di vista formale, con questa idea di velocità travolgente, di ineluttabile corsa alla fine e con una sorta di accettazione del destino, se vogliamo, a cui non ci si oppone, mai».
Quattro le compagnie di cantanti coinvolte (solo i tenori prima citati partecipano ad entrambe le produzioni), e aboliamo l'impietosa definizione di primo e secondo cast, perché tutti sono interpreti di alto livello e grandi promesse; e per un evento che avrà un forte impatto mediatico, non solo per la ripresa RAI «Prima della Prima», non solo per il Dvd che verrà prodotto, ma soprattutto perché una registrazione della prova antegenerale permetterà di realizzare un Cd istantaneo - novità nel mondo lirico - che già da venerdì sarà in vendita a teatro al prezzo concorrenziale di 20 euro: una pratica da concerto rock, ma se può contribuire a donare visibilità anche all'Opera, beh, che dire ben venga.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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