Islambad - Ancora paura e morte in un Paese islamico. Un campetto di pallavolo dove i ragazzi di due villaggi del nord-ovest del Pakistan si affrontano in una partita di volley. Decine di bambini, giovani e anziani che si assiepano ad incitare i loro beniamini. Improvvisamente un fuoristrada 4X4 lanciato a tutta velocità irrompe tra la folla e l'uomo alla guida innesca un detonatore: il Suv salta in aria, fiamme e pezzi di lamiere si abbattono sulla gente, l'onda d'urto fa crollare alcuni edifici . L'ennesima strage di innocenti, in un Pakistan sempre più in preda all'anarchia soprattutto nelle zone al confine con l'Afghanistan, ha causato almeno 95morti e quasi altrettanti feriti. Una ventina di case del villaggio di Shah Hasan Khan sono andate distrutte, molti feriti non hanno - secondo i soccorritori - alcuna possibilità di sopravvivere dato che la struttura più vicina simile a un ospedale è a più di trenta chilometri di distanza, nella cittadina di Lakki Marwat.
La strage nel distretto di Bannu è una delle più sanguinose tra quelle compiute di recente: l'area confina con il Waziristan del Sud, zona tribale alla frontiera con l'Afghanistan, roccaforte dei talebani pachistani ma anche rifugio degli integralisti islamici afghani che attraversano senza problemi nei due sensi un confine mai del tutto definito e poco controllato.
Offensiva contro i talebani Proprio qui negli ultimi mesi l'esercito di Islamabad ha lanciato un'offensiva senza precedenti contro i talebani che però, come ritorsione, hanno moltiplicato gli attacchi suicidi. Un attentato contro la gente radunata per una manifestazione sportiva è - fanno notare gli osservatori - decisamente insolito. Mercati e moschee sono gli obiettivi più spesso scelti dai kamikaze per causare il maggior numero di vittime, terrore e panico. Ma in questi villaggi che l'esercito non riesce a difendere, sono gli abitanti stessi ad aver organizzato negli ultimi mesi milizie anti-talebane. Ed è possibile, secondo il capo della polizia distrettuale Mohammad Ayub Khan, che in questo caso si sia trattato di vera e propria rappresaglia contro i civili che non accettano l'estremismo anti-occidentale.
Massacro a Karachi Proprio oggi poi, a Karachi, capitale economica del Paese teatro lunedì dell'ennesimo massacro compiuto da un kamikaze durante una processione di sciiti (oltre 40 fedeli uccisi), era stato indetto dai leader politici e religiosi uno sciopero generale: in segno di lutto, ma anche per protestare contro l'incapacità del governo e del presidente Asif Ali Zardari di mettere il Paese al riparo dal terrorismo.
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