Pakistan, Zardari vince le elezioni presidenziali Autobomba kamikaze al checkpoint: 16 morti

Il vedovo dell’ex premier Benazir Bhutto ha ottenuto 281 dei 426 voti dei deputati dei due rami del Parlamento e dei quattro Consigli provinciali. Un tragico attentato nella zona di Peshawar: guarda il video

Pakistan, Zardari vince le elezioni presidenziali 
Autobomba kamikaze al checkpoint: 16 morti

Peshawar - In un sabato scosso da un tragico attentato il Pakistan ha un nuovo presidente. Il vedovo dell'ex premier Bhutto, Asif Ali Zardari, è stato eletto. La Commissione elettorale ha annunciato che ha ottenuto 281 dei 426 voti validi dei deputati dei due rami del Parlamento e dei quattro Consigli provinciali. Il cinquantatreenne vedovo dell’ex premier Benazir Bhutto e copresidente del Partito popolare del Pakistan succede a Pervez Musharraf, dimessosi il 18 agosto.

Il nuovo presidente Stando ai risultati parziali diffusi dalle autorità dopo le consultazioni avvenute nelle due camere del parlamento e nelle quattro assemblee provinciali, Zardari avrebbe ottenuto una netta maggioranza di voti. Sul dato delle due camere parlamentari, ha raccolto "281 voti sul totale di 426" ha spiegato Qazi Mohammad Farooq alla platea di deputati e senatori. All’annuncio, alcuni eletti del Partito Popolare del Pakistan (Ppp) sono scoppiati in lacrime, poi è partito un coro: "Lunga vita a Bhutto!". Le due figlie adolescenti di Zardari e Bhutto hanno assistito al voto e sorridevano, mostrando un ritratto della madre. La giornata di oggi, però, non è solo la festa del Partito Popolare del Pakistan (Ppp): un attentato suicida nella città nordoccidentale di Peshawar ha ucciso almeno 16 persone; segno che la stabilità politica interna e regionale è ancora un miraggio. Le elezioni si sono svolte venti giorni dopo le dimissioni del generale Musharraf, contro cui il governo del premier Yusuf Raza Gilani l’8 agosto aveva annunciato una procedura di impeachment. Oltre a Zardari, erano in corsa il magistrato Saeed-uz-Zaman Siddiqui e Mushahid Hussain, uomo vicino a Musharraf.

Il tragico attentato Almeno sedici persone sono rimaste uccise e altre 40 circa ferite nell’esplosione, la cui causa non è stata ancora chiarita, che ha colpito un posto di blocco nella zona di Peshawar, nel nord-ovest del Pakistan. "Il checkpoint è completamente distrutto", ha dichiarato Habib Khan, un funzionario di polizia locale, "I feriti sono stati trasportati negli ospedali con le ambulanze". Secondo la sua ricostruzione, un kamikaze si è lanciato con un’autobomba contro il posto di blocco a Zanglai, nella periferia di Peshawar; ma la polizia sta ancora accertando le cause dell’accaduto. Un testimone, Kamal Khan, ha riferito che l’esplosione ha inoltre danneggiato un mercato nella vicinanze. Il Pakistan sta registrando un’escalation di violenze, in particolare nelle ultime settimane: i talebani hanno annunciato una rappresaglia a seguito delle offensive militari nel nordovest del Paese. Nella zona è inoltre forte la presenza di integralisti islamici vicini ad al Qaida, che compiono numerosi attentati.

Chi è Zardari Zardari, 52 anni, diventa il successore di Pervez Musharraf, che il 18 agosto, dopo nove anni al potere, ha preferito dimettersi piuttosto che affrontare la procedura di impeachment avviata contro di lui. Zardari era pressoché sconosciuto all’estero prima dell’assassinio di Benazir Bhutto, ed è opinione generale che non sarebbe mai assurto alla massima carica dello Stato se la moglie non fosse stata uccisa in un attentato kamikaze in piena campagna elettorale il 27 dicembre del 2007. Fino a quando non è diventato co-presidente del Ppp insieme al figlio Bilawal, di 19 anni, qualche giorno dopo la morte della moglie, fino ad allora leader del Ppp, era famoso in Pakistan solo in quanto simbolo della corruzione del potere negli anni Novanta. Al punto di essere stato soprannominato "Mister 10%", in riferimento alle commissioni che avrebbe intascato, accuse poi decadute con un’amnistia concessa a fine 2007.

Il vedovo Bhutto,chiaramente, ha sempre respinto le accuse definendole "politiche" e ogni volta che ne ha l’occasione sottolinea come la giustizia abbia finito per riconoscere innocenti lui e la moglie (lui scontò 11 anni di carcere, Benazir Bhutto fu costretta all’esilio).

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