Palazzo Reale punta all’islam

D alla Cina all’Islam, dalla Spagna di Goya alle provocazioni di Cattelan. La stagione espositiva del Comune, presentata ufficialmente ieri alla Sala delle Otto Colonne di Palazzo Reale, parte in tromba nel segno della pluralità e, soprattutto, della multiculturalità. Quasi un segno di distensione nell’oscillante guerra fredda tra Oriente e occidente -risalgono solo a ieri gli strali anti burqa di Sarkozy- a dimostrare che forse solo l’arte ha il potere di rendere curativa la globalizzazione. E allora, sull’onda del successo degli sbigliettamenti museali (un milione e trecentomila visitatori nel 2009), il sindaco Moratti, l’assessore Finazzer e il direttore Accarisi hanno snocciolato un ancor più fitto programma che consolida il «ponte» con l’est del mondo, di cui le mostre sul Giappone e sulla Cina del 2009 erano soltanto un antipasto. La manovra di avvicinamento all’Expo, che quest’anno passa da Shangai, vedrà ad esempio Palazzo Reale ospitare, a marzo, la mostra «I due Imperi, l’aquila e il dragone», confronto tra Roma antica e le Dinastie Qin e Han, mentre il Pac vedrà la personale della star con gli occhi a mandorla Zhang Huan.
Dall’Oriente al Medioriente, quest’anno i riflettori si sposteranno sulla cultura islamica, anche in questo caso a cavallo tra passato e presente: ad ottobre, con una grande mostra sulla collezione Al Sabah del Kuwait, che raccoglie 23mila oggetti artistici dagli albori ai grandi imperi ottomani, e a novembre con la personale al Pac della contemporanea Shirin Neshat, pluripremiata artista iraniana che indaga con i video e fotografia le contraddizioni della società islamica a partire dalla condizione femminile. Restando all’arte contemporanea, settembre sarà il mese di una star di casa nostra, Maurizio Cattelan la cui notorietà a Milano è legata soprattutto alla performance che nel 2004 vide penzolare in piazza manichini di tre bambini vestiti all’ultima moda. La provocazione fece avvampare le polemiche, cioè il pane quotidiano dell’intelligente enfant terrible padovano che, in autunno, avrà a disposizione dieci location della città. Prepariamoci. E a proposito di installazioni, c’è curiosità per ciò che realizzerà in Piazzetta Reale Anish Kapoor, scultore angloindiano che rappresenta l’esempio più significativo della sintesi tra spiritualità orientale ed estetica occidentale.
Ieri, sindaco e assessore hanno anche approfittato per annunciare tre nuovi spazi che da quest’anno saranno dedicati alla cultura: il Museo del ’900 che «sarà inaugurato il 18 novembre», Palazzo Morando che ospiterà eventi sulla moda e il Museo del Fumetto. A seguire, un cospicuo elenco di antologiche che, sulla carta, dovrebbero seguire l’onda lunga del successo di pubblico della di Hopper, che ha registrato 170mila visitatori e che per questo ultimo weekend ha un’apertura prolungata fino alle 24. A Palazzo Reale si andrà da «Gillo Dorfles» (26 febbraio-23 maggio), a «Egon Schiele» (25 febbraio-6 giugno), all’«Anima del fuoco» (dal 6 marzo al 6 giugno), «Goya e il mondo moderno» (17 marzo-27 giugno), «Il sacro lombardo» (giugno-settembre), «Salvador Dalì» (settembre-gennaio), «l’Avanguardia e l’Oriente» (settembre-dicembre). Al Pac, invece, saranno allestiti, tra gli altri, un omaggio ad Armando Testa (10 aprile-13 giugno) e le due già citate personali dedicate a Zhang Huan (luglio-settembre) e Shirin Neshat (novembre-febbraio).

Circa 200 fotografie realizzate da Stanley Kubrik saranno esposte al Palazzo della Ragione (23 marzo-27 giugno), mentre il Castello Sforzesco vedrà le performance culinarie di Gualtiero Marchesi (20 marzo-16 maggio). Buon appetito. Un ricco cartellone, insomma che conferma, dice soddisfatta la Moratti, «l’importante ruolo internazionale di una Milano che sa essere attrattiva con proposte culturali anche fuori dagli schemi».

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