Palermo da 8 mesi senza capo I Pm disertato la conferenza

da Roma

Alla conferenza stampa per raccontare l’ultimo blitz contro Cosa Nostra non si è presentato alcun pubblico ministero. Né Giuseppe Pignatone, il capo del pool, né Michele Prestipino, o Maurizio De Lucia, né Roberta Buzzolani. Hanno lavorato e continuano a farlo ma hanno deciso di non partecipare, anche perché, secondo la legge entrata in vigore due giorni fa, nessuno avrebbe potuto prendere la parola, tranne il procuratore capo. E la procura di Palermo è ancora dopo otto mesi dal trasferimento di Piero Grasso alla Dna, senza un capo. E pare che ancora tra i tre aspiranti, Guido Lo Forte, lo stesso Pignatone e Messineo, il Csm non abbia intenzione di definire la questione in breve.
Così al tavolo della conferenza stampa c’erano soltanto il questore, Giuseppe Caruso, il dirigente della squadra mobile, Piero Angeloni, e i due funzionari di polizia che hanno condotto l’operazione. Piero Grasso, nelle vesti di procuratore capo della Direzione nazionale antimafia, ha seguito comunque l’operazione passo passo e così ieri, malgrado fosse all’estero, è intervenuto ugualmente.

E lo ha fatto difendendo l’importanza delle intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno consentito «di tracciare un organigramma attuale di Cosa Nostra palermitana e tutti i retroscena, mettendo in evidenza le alleanze e le contrapposizioni». «L’indagine - ha detto Grasso - ha dimostrato ancora una volta il ruolo di vertice di Provenzano, punto di equilibrio di una situazione magmatica e ancora una volta i rapporti tra le cosche e uomini politici».

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