Tre punti d'oro ottenuti contro il temutissimo Palermo e l'Atalanta, bagnata e felice, può vedere in fondo al rettilineo la coda del gruppo. Ancora uno sforzo ed i nerazzurri riusciranno a buttare tra i rifiuti un handicap da brividi, in attesa dell'esito dei ricorsi contro una sentenza della quale, incredibilmente, ancora non sono note le motivazioni (giova ricordare che i giudici hanno permesso l'intervento di un solo difensore e per un massimo di 5 minuti, così, per fare presto). Il popolo bergamasco si consola con le buone prestazioni della squadra che, dopo il pareggio di Genova, ieri ha confermato in pieno la propria forza, offrendo un eccellente spettacolo tecnico nel primo tempo, e mostrando maturità nella seconda parte, disputata su un terreno ridotto a risaia. Un acquazzone di rara intensità, infatti, ha costretto l'arbitro a sospendere la gara. Quando la partita è ripresa, 20dopo, i tentativi del Palermo di superare il muro nerazzurro sono andati a vuoto. Dei rosanero, scatenati e brillanti ammirati contro l'Inter, nessuna traccia. La squadra di Mangia ha subito nei primi 45' la manovra ordinata ed incisiva dei bergamaschi che si sono resi pericolosi in più circostanze, a cominciare dal primo minuto quando Schelotto di testa ha mancato la porta di poco. Poi un rasoterra a fil di palo di Padoin, un tentativo «maradoniano» di Moralez con un destro da lontanissimo e un'occasione clamorosa fallita da Denis.
E quando, al minuto 33, Bonaventura ha imitato Iniesta (due avversari saltati in agilità e geniale assist) servendo a Denis il pallone per la rete decisiva, il risultato ha assunto la giusta dimensione. Mangia ha provato a rimediare inserendo via via Zahavi, Pinilla e Della Rocca, per levanescente Alvarez, linutile Miccoli e il pasticcione Acquah, ma la retroguardia dellAtalanta, con Capelli per l'infortunato Lucchini, non ha fallito un colpo.
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