Da capomafia a vittima di mafia. Un errore di valutazione che da anni ha portato a considerare un boss mafioso come vittima di mafia. Un errore che adesso imbarazza a causa di una vecchia velina mal interpretata con l'aguzzino che per una volta - suo malgrado - si ritrova eroe, nonostante alle spalle un passato criminale. Siamo a Trabia, paese sulla dorsale tirrenica a venti chilometri da Palermo. Qui il nome di un boss è stato vergato nella scalinata di una scuola media. Nunzio Passafiume si è ritrovato nella scalinata di una scuola dedicata a uomini e a donne uccisi da Cosa nostra. L'istituto, che al suo ingresso ha questa scalinata, è la scuola media "Giovanni XXIII". Un istituto comprensivo che ha tre sedi distaccate tra San Nicola l'Arena e Trabia. La scoperta dell'errore, che adesso imbarazza un po' tutti, l'hanno fatta un gruppo di sindacalisti che si sono accorti che effettivamente un Nunzio Passafiume nella loro sede distaccata della Cgil c'è ma in un'epoca in cui la Cgil a Trabia ancora non esisteva. Passafiume morì perché – secondo il giornalista Marcello Cimino – "aveva diffuso in paese idee di uguaglianza e giustizia e in molti avevano cominciato a dargli ascolto". Eppure il Nunzio Passafiume a cui si riferiscono sembra essere stato un boss mafioso.
L'esplorazione nei trascorsi di Passafiume - a cura dei sindacalisti Andrea Bondì, Francesco e Giovanni Cancilla, Franco Chiarini, Sandro Di Vittorio, Giuseppina Greco, Giuseppe La Russa, Pino Lo Bello e Rosa Piazza - ha permesso di accertarne l'identità. L'inghippo ha portato a confondere la natura stessa dell'omicidio di Passafiume, nell’ambito della lotta per l’occupazione delle terre in Sicilia. Lotta che ha fatto tra il 1945 e il 1998 decine di vittime soprattutto nel territorio tra Bagheria, Termini Imerese e Caccamo.
Erano gli anni delle esecuzioni dei sindacalisti e degli assalti alle Camere del Lavoro, la politica era il teatro diretto degli scontri ma sembra, come ha ricostruito Repubblica, in quell'epoca, in concomitanza con le prime elezioni libere d'Italia, la famiglia mafiosa di Trabia avesse dato ordine di vietare ogni comizio che non fosse del Movimento indipendentista siciliano guidato da Andrea Finocchiaro Aprile. La Cgil ha sempre affermato che proprio questa zona è stato teatro di diverse aggressioni violente nei confronti del movimento bracciantile che portava avanti la battaglia per i diritti. Evidentemente l'azione disturbava di alcuni sindacalisti disturbava soprattutto all'interno di quel clima di normalizzazione che portò tra il 1944 e il 1946 agli omicidi tra gli altri di Raia e D'Alessandria uccisi tra Ficarazzi e Casteldaccia. Passafiume per anni è stato indicato tra le vittime di mafia, tanto che il suo nome è tra i 70 sindacalisti uccisi per mano mafiosa, ma c'è già chi ha tagliato con un tratto di penna il suo nome aggiornando la lista.
Adesso però c'è un'altra verità. "A Trabia non sono stati mai uccisi sindacalisti della Cgil - spiega Francesco Cancilla - e nel 1946 non c'era ancora la Lega dei braccianti, solo intorno agli anni Sessanta sono cominciate le occupazioni dei feudi, qualcuno ha perfino promosso Passafiume leader del nostro sindacato quando tutti sapevano in paese chi fosse in realtà". La dirigente scolastica Giusi Conti spiega che: "In una scuola la verità è importante, se fosse accertato definitivamente che quel nome non è al posto giusto provvederemo a toglierlo".
Intanto la Cgil rilancia e propone di intitolare le strade di Palermo a tutti i 69 sindacalisti uccisi dalla mafia.
"Si continuerà con le intitolazioni di strade nei quartieri affinché tutti i 69 dirigenti sindacali trucidati nelle province siciliane possano avere un luogo della memoria a Palermo, che, con le strade dedicate ai protagonisti del movimento sindacale uccisi, continua a essere un punto fermo nel contrasto alla mafia", auspica il segretario Cgil Enzo Campo- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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