Cronaca locale

Mafia, continuava a gestire azienda confiscata: condannato

Esercitavano il proprio potere sull'azienda che nel frattempo era stata sottoposta ad un procedimento per misure di prevenzione

Mafia, continuava a gestire azienda confiscata: condannato

La quinta sezione del tribunale di Palermo ha condannato quattro imputati, tra cui l'imprenditore Giuseppe Ferdico, già condannato a nove anni in appello per mafia, assolvendo l'ex amministratore giudiziario della sua azienda, prima sequestrata e poi confiscata. A riportare la notizia è stata l'agenzia di stampa Agi, che ricostruisce la vicenda giudiziaria e che vede al centro dell'inchiesta per l'appunto quattro imputati che avrebbero continuato ad esercitare il proprio potere sull'azienda che opera a Palermo, anche se nel frattempo, era stata sottoposta ad un procedimento per misure di prevenzione.

I quattro condannati erano accusati di avere consentito al "re dei detersivi" di continuare ad esercitare il proprio potere sull'azienda che era stata sottoposta a un procedimento per misure di prevenzione. L'ex amministratore giudiziario assolto è Luigi Antonio Miserendino, per il quale il collegio presieduto da Donatella Puleo ha stabilito che il fatto non sussiste. Giuseppe Ferdico ha avuto, invece, 6 anni e 6 mesi, il suo factotum Francesco Montes 5 anni e 8 mesi. Sette anni ciascuno a Pietro Felice - imputato di estorsione, la cui moglie aveva un negozio nel centro commerciale oggetto del procedimento - e Antonino Scrima, ragioniere già dipendente di Ferdico. Disposti anche risarcimenti in favore delle parti civili costituite, tra cui l'ex direttore del centro commerciale Portobello di Carini (Palermo).

Secondo l'accusa, rappresentata dal pm Luisa Bettiol, l'imprenditore nonostante il provvedimento emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale sarebbe uscito dall’azienda per poi rientrarvi attraverso un giro necessario per eludere i controlli (da qui il nome dell’operazione "Back door": operazione del 2017). "L’imprenditore avrebbe continuato a gestire il suo impero tramite la creazione di due società che avrebbero fatto da schermo consentendogli di eludere eventuali controlli".

Ferdico si sarebbe presentato ripetutamente in azienda, esercitando di fatto il proprio potere. La vicenda era nata nel periodo in cui la sezione misure di prevenzione era diretta da Silvana Saguto, l'ex magistrato oggi sotto processo a Caltanissetta per il cosiddetto "Sistema Saguto". Miserendino, però, era accusato di avere violato le disposizioni e di non avere informato i giudici del collegio che la Saguto dirigeva: le omissioni nei controlli sarebbero proseguite poi con i magistrati che subentrarono a lei, dopo che venne fuori lo scandalo.

Ma l'amministratore giudiziario non ebbe responsabilità.

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