Cronaca locale

Migranti, condannato lo scafista che trafficava uomini in Sicilia

L'operazione Glauco permise di scoprire un'organizzazione dedita alla tratta di essere umani dal nordafrica alla Sicilia

Migranti, condannato lo scafista che trafficava uomini in Sicilia

La corte d'assise di Palermo ha condannato a un anno e 5 mesi Moges Sentayeu, etiope, accusato di associazione finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Assolti i cinque coimputati. Si tratta del processo nato dall'ultima tranche dell'indagine Glauco, che permise di scoprire un'organizzazione criminale che gestiva la tratta dei migranti focalizzata in particolar modo sull’immigrazione illegale di migliaia di migranti dall’Africa al Nord Europa, passando attraverso l’Italia. Assolti invece gli altri cinque coimputati. Si tratta di: Weldekidan Tedros, Sojato Marg, Eolday Jonas, Tamrat Meron, Berhe Efrem Kashay.

La storia è stata ricostruita dopo un'attenta analisi investigativa. L'inchiesta nel 2016 portò a 23 arresti eseguiti tra Agrigento, Palermo, Catania, Trapani, Milano, Lecco, Macerata e Genova. L'investigazione ha permesso di scoprire come funzionava il trasferimento degli immigrati che arrivavano in Italia. Alcuni imputati sono stati già giudicati in abbreviato. Le accuse aggravate dal carattere transnazionale erano a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e all'esercizio abusivo dell'attività di intermediazione finanziaria, riciclaggio e truffa ai danni dello Stato. Ma non solo, perché sono state riscontrate altre irregolarità che hanno svelato anche il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale e spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini, avviate nel maggio 2015, hanno permesso agli investigatori di ricostruire la struttura dell'organizzazione criminale. Alle indagini collaborò il primo pentito di una organizzazione di trafficanti, un eritreo che ha aiutato con le sue ricostruzioni gli inquirenti. Le sue dichiarazioni sono state fondamentali per arrivare all'imputazione dei presunti sodali dell'attività criminale.

Ricostruiti anche i flussi di denaro generati dall'attività del network criminale che aveva la sua centrale operativa in un negozio etnico di profumo dove vennero trovati 526mila euro e 25mila dollari in contanti, insieme ad un libro mastro con nomi e numeri di telefono. Le transazioni avvenivano con il metodo della Hawala, basato sul trasferimento fiduciario del denaro. "Per regolarizzare la posizione dei migranti irregolari, l’organizzazione utilizzava anche finti matrimoni posti in essere con cittadini compiacenti, e finti ricongiungimenti familiari", spiegano gli agenti. Per tenere su l'intero sistema servivano soldi, molti soldi. Ecco perché è stato rilevante, e molto remunerativa, anche l’attività di spaccio svolta dall’organizzazione che importava, proprio dall’Etiopia, il Khat, un nuovo tipo di droga ricavata dalle foglie di un arbusto, la cui assunzione provoca stati di eccitazione ed euforia che portano alla dipendenza. Grazie ai proventi di questa droga, l'associazione criminale riusciva a fronteggiare le spese e ad avere un altissimo ricavo economico.

Denaro contante che veniva immediatamente riciclato in altre attività illegali.

Commenti