"Ti svito la testa": schiaffi e punizioni ai bimbi dell'asilo: condannate 5 maestre
11 Dicembre 2019 - 16:03Le indagini dei carabinieri di Partinico sono partite dell'aprile del 2018. Oggi arriva la condanna di cinque maestre di Borgetto, nel Palermitano
Cinque maestre di una scuola materna di Borgetto, nel Palermitano, sono state condannate in abbreviato a due anni (pena sospesa) dal gup del tribunale di Palermo, Antonella Consiglio.
Le donne avrebbero maltrattato i piccoli alunni e erano state denunciate da alcuni genitori, preoccupati per i comportamenti strani dei figli a casa e per alcuni danni fisici riportati dai bambini, uno dei quali disabile. Proprio seguito delle segnalazioni di un contesto di terrore fatto di urla, schiaffi, calci e spinte, i carabinieri avevano piazzato telecamere nascoste. Al processo si sono costituiti parte civile i familiari dei piccoli.
Minacce, schiaffi e punizioni. Questo dovevano aspettarsi ogni mattina i bambini di una scuola materna di Borgetto. “Ti faccio cadere i denti”, “Ma sei scemo”, “Io veramente a qualcuno lo ammazzo” e ancora “La testa ti svito”. Sono le parole intercettate dai carabinieri durante le indagini sui maltrattamenti.
Ad aprile di quest'anno per tre maestre i carabinieri di Partinico avevano dato esecuzione a una ordinanza applicativa di misura cautelare, emessa dal Gip del tribunale di Palermo, della misura interdittiva del divieto di esercitare l’attività di insegnante per la durata di dodici mesi. L’indagine è stata avviata nel mese di aprile 2018 a seguito della segnalazione di un genitore che aveva riscontrato delle anomalie nel comportamento del proprio figlio. La donna ha visto che il figlio aveva un orecchio tumefatto e ha chiesto cosa fosse successo. E il piccolo ha detto un laconico “è stata la maestra”. I militari hanno così deciso di installare delle telecamere. Nei mesi successivi è stato documentato che le 3 insegnanti avevano posto in essere condotte di maltrattamenti aggravati nei confronti di loro alunni (tra i quali, uno affetto da disabilità).
Il racconto dei carabinieri
Alle violenze fisiche si aggiungevano anche minacce e offese, sia verbali che fisiche, “ovvero punizioni – spiegano dal Comando – come costringere i bambini a permanere in uno spazio angusto e privo di illuminazione – nonché aggressioni con schiaffi, calci e spinte”. Nella scuola “c’era una clima – scrivevano gli inquirenti – di vessatoria prevaricazione in danno dei minori, infliggendo loro sofferente fisiche e morali tali da rendere per questi ultimi abitualmente mortificante ed intollerabile la frequentazione della scuola materna”.
I piccoli venivano “aggrediti fisicamente, con schiaffi, calci e spinte, al corpo e al volto, nonché afferrandoli per le braccia e per le orecchie e trascinandoli per le aule, costringendoli con la forza a stare seduti e in silenzio”. Comportamento che non mutava con un alunno disabile.
Anzi, nei suoi confronti sono stati documentati “atti che non possono ascriversi a finalità educative piuttosto all’incapacità dell’insegnate di ricorrere a metodi pedagocici idonei ad instaurare una relazione serena e sana con il bambino”.