Coronavirus

"Muoviti fermo": nella discoteca si balla a distanza di sicurezza

In un locale catanese si balla alla distanza di sicurezza per evitare il contagio stabilita dal decreto della presidenza del consiglio dei ministri

"Muoviti fermo": nella discoteca si balla a distanza di sicurezza

Il nostro quotidiano le ha ribattezzate le #reazionicreative. Sono le risposte all'emergenza Coronavirus che sta bloccando e paralizzando pian piano l'economia in generale. A soffrire di più sono, soprattutto, i locali di somministrazione del cibo, come pub, ristoranti e bar, e quelli dove si balla. Proprio le discoteche sono finite sotto l'occhio del ciclone perché luoghi non sicuri per limitare il contagio.

Così, un locale di Catania, il Ma, ha deciso di reagire all'emergenza Coronavirus. L'idea è quella di permettere agli avventori di ballare, ma facendolo sempre alla distanza raccomandata di un metro l'uno dall'altro. I titolari del locale catanese, hanno deciso di sistemare i tavoli a distanza "di sicurezza". Hanno creato una sorta di "comfort zone" in cui i clienti potranno prima mangiare e poi ballare al ritmo della musica live. "A muoversi fermo - dicono i titolari in un post - a ballare attorno a un tavolo con una distanza consentita. A rimanere vivi".

Il Ma è uno dei locali, con discoteca e ristorante, più celebri della movida catanese. "In relazione all'emergenza coronavirus - si legge nel post scritto dal locale - abbiamo seguito le direttive, distanziato i tavoli di un metro l'uno con l'altro, eseguito una pulizia straordinaria degli ambienti e rivoluzionato la nostra programmazione del weekend. Non neghiamo di essere tristi per questa situazione, per i disagi, per le ripercussioni sull'intera economia del nostro "ecosistema", ma allo stesso tempo siamo stimolati a cercare soluzioni alternative". E così ieri vari appuntamenti musicali che, in realtà, si sono tenuti a partire da venerdì. E simpatica anche la risposta ironica per mantenere le distanze tra i clienti tra di loro: "All'ingresso daremo un metro a ciascuno di loro per misurare la distanza corretta gli uni dagli altri".

Qualche giorno fa vi avevamo raccontato dell'iniziativa voluta da Valentina Nicodemo, titolare dell'azienda vitivinicola Judeka a Caltagiorne in provincia di Catania. L'emergenza Coronavirus ha cambiato le abitudini delle persone che vanno sempre meno spesso a mangiare fuori. E i ristoranti, non lavorando, ordinano sempre meno bottiglie di vino ai produttori. Un calo notevole e che rischia di compromettere irrimediabilmente la stagione 2020 appena iniziata. In questi giorni di coronavirus, Valentina Nicodemo ha vissuto sulla sua pelle l'annullamento degli ordini. Uno dietro l'altro. Dal nord soprattutto. Perché metà della sua produzione di vini, circa 500 mila bottiglie, finisce sul mercato interno. Il resto valica i confini italiani. E in questo momento, proprio il mercato interno, che stava segnando risultati incoraggianti, è quello che sta tradendo di più.

E per questo ha chiesto ai colleghi una reazione creativa. "Le ultime comunicazioni parlano di rischi minimi, quasi nulli soprattutto per la nostra regione, che non vive l'emergenza come magari si sta vivendo nelle regioni del nord - dice Nicodemo - E allora ho detto a tutti i miei colleghi di fare rete, di stare uniti, di uscire tutti insieme, di organizzare serate, eventi, soprattutto di andare nei ristoranti, nelle trattorie, che stanno soffrendo di più, che sono ridotti davvero ai minimi termini per gli incassi mancati e hanno tantissime spese da sostenere. Così come i gestori di hotel o delle strutture alberghiere, che ogni giorno devono gestire disdette su disdette.

Dobbiamo dire ai colleghi che noi ci siamo, diffondere segnali di positività e dimostrare che non c'è bisogno di avere tutta questa paura".

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