Palestra? No, negozio di anabolizzanti

Paola Fucilieri

Mille metri quadrati spalmati su due piani di lucido parquet, macchine e attrezzi di altissimo livello, una clientela importante e numerosa, servita da tutti i comfort che offre il settore. Anche quelli illegali, come hanno scoperto i carabinieri della stazione di Cusano Milanino. Che, con i colleghi milanesi del Nas (Nucleo antisofistificazione), hanno individuato un vero e proprio deposito farmaceutico in una nota palestra alle porte della città. Una sorta di piccolo emporio di sostanze anabolizzanti, illecite innanzitutto perché considerate dopanti e proibite dalla legge italiana, ma, a prescindere dalla loro provenienza, anche per evidenti ragioni di accertata disomogeneità da quello che era il prodotto originale. Manipolate con aggiunta di un precursore della cocaina, la fendimetrazina, accompagnata a massicce dosi di testosterone, mesterolone e di gh, un ormone della crescita, le 9mila e 600 capsule e le oltre 247 fiale costituivano dei veri e propri cocktail dopanti che, dietro la promessa del «fisicone», potevano anche nascondere l’insidia di qualche malore, forse addirittura fatale alla lunga perché dannosissimi per reni e fegato.
Queste capsule, insieme a 247 fiale e a delle pomate (tutto materiale proveniente da Stati Uniti, Spagna, Olanda, Cina e Filippine) erano custodite in un armadietto chiuso a chiave in gran segreto da Paolo S., 28 anni, incensurato e tra i sei soci che gestiscono la palestra da circa tre anni. Le oggettive responsabilità del giovane sono tali da averne permesso l’arresto immediato dopo la scoperta dell’armadietto. Il socio della palestra - che ha spiegato ai militari di essersi appena preparato per una gara di culturismo - è accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, violazione della legge che tutela la salute degli sportivi, esercizio abusivo della professione di farmacista e di ricettazione perché si è rifiutato di dire come si è procurato le sostanze. Farmaci il cui commercio è vietato in Italia, ma che sono in libera vendita in alcuni Paesi e che si possono con facilità ordinare per Internet. Anche per questo, e considerando che sono prodotti non molto costosi, il possesso in così grandi quantità non giustifica il rischio.
La fendimetrazina, infatti, viene usata in preparazioni farmaceutiche contro l’obesità vendute solo dietro presentazione della ricetta di uno specialista. Inoltre, questo tipo di farmaci andrebbero conservati in frigorifero e non in un armadietto, dove sono a rischio di alterazione o decomposizione. Agli investigatori era giunta voce che in una delle dieci palestre di Cusano si faceva uso «smodato» di integratori alimentari e di farmaci «brucia-grassi» capaci di aumentare la massa muscolare a danno di fegato e reni.

E che venivano venduti a caro prezzo: secondo i carabinieri, infatti, il valore totale della merce trovata all’ingrosso non supera i 40mila euro, mentre l’arrestato avrebbe smerciato pasticche e fialette per un valore superiore almeno cento volte a quello che gli erano costate.

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