Si è dimesso in polemica con la giunta e l’assessore Chiara Bisconti il presidente di «Milanosport», Mirko Paletti. Ieri mattina ha scritto una lettera al sindaco per rimettere il suo incarico. «Io sono un imprenditore e sono qui a difendere Milanosport - ha spiegato - l’azienda è sana e i milanesi sono contenti del servizio, come dimostrano le lunghe code per le 7000 iscrizioni ai nostri corsi». Così anche Rita Amabile, direttore generale, ha rimesso il suo incarico nella mani del consiglio di amministrazione. «Prendiamo atto della lettera di dimissioni del presidente di Milanosport Mirko Paletti - commenta l’assessore Bisconti - una scelta che riteniamo coerente con l’attuale situazione. Intendo ringraziare il presidente per il tempo e l’impegno che ha dedicato all’incarico. Opereremo con attenzione per rafforzare la qualità del servizio e per dare risposte alle esigenze dei milanesi. Da questo momento può partire una fase che porterà all’individuazione di persone che abbiano le competenze, salvaguardando le persone che lavorano nell’azienda».
Il motivo? «Le attenzioni mediatiche ricevute nell’ultimo periodo» spiega Mirko Paletti, e quell’accusa all’azienda di essere un «carrozzone» che proprio non gli è andata giù. «Io non ho mai fatto politica e quindi non appartengo alla categoria dei “trombati” a cui dare un nuovo ruolo. Bisogna riflettere quando si parla di baraccone o di smantellamento di una società che non ha ragione di esistere». Accuse in realtà bipartisan, arrivate sia dalla Lega Nord che dalla giunta arancione: troppi i dipendenti, troppi i contributi del Comune, 5,5 milioni di euro, troppe lamentele degli utenti per i disservizi e il cattivo stato degli impianti. «Meglio affidare la gestione dei 26 impianti sportivi direttamente al comune o a privati» tuonava Matteo Salvini ancora lo scorso febbraio. Così l’assessore Bisconti che qualche giorno fa ribadiva la posizione. «Ad oggi MilanoSport non ha dato dimostrazione né di efficienza né di alta qualità dei servizi. Il suo ruolo va quindi ridefinito».
Difende Paletti l’ex assessore allo Sport della giunta Moratti, Alan Rizzi: «La giunta Pisapia manca di una strategia. Prima dice che vuole chiudere Milano Sport poi che vuole rilanciarla, in realtà si tratta di una mossa per occupare posti di potere». «Credo che Paletti abbia dimostrato professionalità e impegno».
Per un dirigente che va, uno che viene(o torna). Antonio Acerbo, direttore generale del Comune dal luglio 2010, dimessosi il 1 giugno 2011, il giorno dell’insediamento di Pisapia, è stato assunto da oggi dalla società Expo 2015 spa. Il suo incarico? «Senior advisor costruzioni» ovvero supervisore di progetti e lavori. Con lui anche Christian Malangone, suo vice, licenziato a luglio con altri 30 dirigenti di Palazzo Marino, è «direttore centrale pianificazione e controllo» per Expo 2015 spa. Si ricompone così la squadra ai vertici di Palazzo Marino con Letizia Moratti: Giuseppe Sala direttore generale, Acerbo e Malangone vice.
Ieri intanto ha fatto il suo ingresso nella staff di Pisapia come consulente Giovanni Nani, con l’incarico di capo ufficio stampa (compenso annuo omnicomprensivo lordo di 103 mila euro).
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