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Palinsesti, ora nasce l’asse Fini-Idv «La Rai non tagli lo show a Saviano»

RomaL’indiscrezione è stata pubblicata da Repubblica, ieri: la Rai potrebbe far saltare due delle quattro puntate di un nuovo programma dello scrittore Roberto Saviano, in tandem con Fabio Fazio. Voci, ipotesi, ancora non c’è conferma. Ma passano poche ore dalla pubblicazione del piccolo scoop, e il web magazine Farefuturo, l’house organ del presidente della Camera Gianfranco Fini, pubblica l’editto di condanna: «Speriamo che non sia vero - scrive preoccupatissimo l’editorialista Filippo Rossi di primo mattino - perché non è un bel Paese quello in cui la propria televisione pubblica, la televisione di tutti, decide di tagliare un evento culturale prima che mediatico come la trasmissione di Roberto Saviano. Significa che lo Stato abdica alle sue funzioni per accontentarsi di nani e ballerine, di zerbini e di veline».
La notizia del ventilato bavaglio a Saviano ha fatto quindi velocemente il giro dei palazzi e della rete. In realtà tutto andrà discusso martedì, in consiglio di amministrazione. E all’autore di Gomorra saranno affidate certamente due puntate in prima serata. Dalla Rai si apprende inoltre che non c’è nessuna intenzione di «tagliare Saviano», ma il palinsesto andrà valutato con calma per evitare le cosiddette sovrapposizioni, ossia la messa in onda di trasmissioni di genere simile negli stessi orari su diversi canali Rai, con il rischio di una concorrenza interna. Le puntate potrebbero semplicemente essere dilazionate nel tempo. Ma la vicenda è subito diventata oggetto di un’interrogazione del portavoce dell’Idv Leoluca Orlando, con un’esplosione di sdegno nel Pd. Non raffinatissimo il fraseggio nella nota di Orlando: «La Rai è diventata la stalla di Arcore e Masi è lo stalliere di Arcore». Passano poche manciate di minuti e il direttore generale Masi, evidentemente furibondo, annuncia querela contro Orlando.
Il programma del duo Saviano-Fazio in discussione per la prossima stagione si chiamerà «Vieni via con me». La scaletta di massima prevede una puntata sulla ’ndrangheta, un’altra sull’eutanasia e su Piergiorgio Welby. Altri due approfondimenti (secondo Repubblica quelli a rischio) riguarderebbero i rifiuti di Napoli e l’inchiesta sugli appalti pubblici e la Protezione Civile.
Sono in realtà altri, però, i problemi che stanno rendendo frenetici in queste ore i corridoi di viale Mazzini. Per tutto il giorno davanti al cavallino della Rai hanno manifestato i lavoratori in sciopero di Rainews 24, con indosso magliette colorate a tema: «Ma che fine ha fatto Rainews?». La protesta è scattata dopo preoccupanti problemi di ricezione del segnale in molte regioni, denunciano i lavoratori, ma la piattaforma si è poi estesa a rivendicazioni più ampie: situazione dei precari, sede fatiscente e attrezzature inadatte, oltre alla paura di finire inglobati a Televideo.
Proprio di questo si è parlato ieri nel primo incontro tra Masi e i sindacati sul nuovo piano industriale. Il direttore generale ha presentato le linee guida a Usigrai e Adrai. Il piano prevede di ripianare il bilancio entro il 2012 con un taglio di 200 milioni di euro. Non è esclusa per ora la fusione di RaiNews con Televideo, ma è in piedi anche l’ipotesi di dar vita a un’agenzia all news, collegata proprio al Tg. Tutto si svolgerà comunque «con il confronto».
La decisione, invece, del giudice del lavoro di reintegrare alla direzione di RaiTre Paolo Ruffini, sostituito recentemente con Antonio Di Bella, sta imponendo ai vertici dell’azienda di decidere come gestire l’inconsueta situazione di avere due direttori per una poltrona. Una collocazione per Ruffini potrebbe essere proprio la direzione di RaiNews 24, dove l’attuale direttore, Corradino Mineo, sente aria di rimozione. Anche lui era in strada a viale Mazzini: «Non è bello far circolare voci di successori sicuri.

La redazione ha ricevuto 5mila mail di solidarietà».

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