Palmeri: «Non critico Berlusconi ma vi dico perché vado con Fini»

Falco o colomba? «Meglio un gabbiano, la scaramanzia del mare dice che non vanno uccisi», scherza. Ma quando era una voce, gli (ex) alleati lo hanno preso di mira e chiesto di lasciare la presidenza dell’aula. Ieri Manfredi Palmeri ha confermato l’uscita dal Pdl per aderire a Futuro e Liberta di Gianfranco Fini. E si è scatenato un terremoto su Palazzo Marino. Per l’annuncio ufficiale sceglie il Montestella, («nel punto più alto della città dopo il palazzo di Formigoni, costruito sulle macerie dei bombardamenti, ma fuor di metafora perché non rinnego niente di quello che ho fatto»). Arriva in metrò invece che sull’auto blu. Restano spenti i megafoni montati dallo staff perché ci sono solo giornalisti anche se l’invito era rivolto pure ai cittadini. Tutto organizzato all’ultimo minuto, «oggi non doveva essere oggi» ammette. Un ingresso accelerato nei futuristi, «poteva capitare tra qualche settimana o mese, ma va bene così». Doveva essere domani, pare, in concomitanza con il primo comizio milanese di Fini. Palmeri lo aveva anticipato al sindaco Moratti già una settimana fa, venerdì le prime chiamate ai coordinatori nazionali e locali del Pdl («avevo fatto la lista di tutti quelli da avvisare entro lunedì, poi la voce è girata e mi spiace se l’hanno saputo da altri»). Il premier forse lo stava tenendo per ultimo, visto che per metterli in contatto si è mosso mezzo partito. «Nessuna critica a Berlusconi - ripete - con il presidente c’è stata una telefonata ed è stato assolutamente sobrio ed elegante. Non sto urlando nè sbattendo la porta, ho detto quello che dovevo dire nelle sedi opportune sia nel Pdl, con qualche fatica, sia in Fli. La mia scelta è coerente con i valori che ho seguito finora e vuole rafforzare il Pdl non indebolirlo, non sto passando a un altro partito come Lega o Udc».
Assicura che «dal punto di vista istituzionale non cambierà nulla, continuerò a dirigere l’aula con la massima correttezza, sono l’ultimo dei problemi». Per dire che nei banchi della maggioranza ci sono ben altri mal di pancia da gestire. Le ragioni dell’addio? «Il partito poteva fare delle cose in modo diverso, c’era un organizzazione interna e anche una proiezione all’esterno che poteva avere dei punti più fermi. L’ho sempre detto, non attraverso proclami come hanno fatto altri. Ma molto più autorevolmente questa riflessione l’hanno fatta Berlusconi, Formigoni, Albertini». Ripete sovente il nome dell’ex sindaco, corteggiato da Fli per la corsa del 2011. «Dico solo che al momento non ci sono candidati ufficiali da nessun partito» sottolinea.

Non sarà l’ultima fuga nei futuristi: «Immagino che già nelle prossime settimane possano aderire altri consiglieri». Una scelta comoda? Palmeri nega, «esattamente il contrario, sarei rimasto dov’ero. Non ho avuto ne ho chiesto garanzie di poltrone».

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