Sarà anche il «derby delle donne». Luniverso femminile, in queste ore sicuramente febbrili che hanno coinvolto tutta la città nelle sue varie espressioni (politiche, economiche, culturali), sarà uno dei protagonisti di questa stracittadina. In termini statistici, sembra che almeno il 30% degli abbonati di Genoa e Samp sia di sesso femminile. Donne, ragazze, fidanzate, mogli, amanti: tutte allo stadio, perché il «derby è il derby».
Di questo interesse al femminile per il calcio ne parla il professor Eugenio Buonaccorsi, docente di Storia del Teatro alla nostra Università e antesignano di questa materia. Fu negli anni Novanta che, alla sua Facoltà, iniziò corsi sul tema: «Il calcio come spettacolo».
È così professore?
«È così. E debbo dire che laula era piena soprattutto di ragazze, studentesse che condividevano il concetto che una partita di calcio fosse un vero spettacolo».
Oggi a distanza di dieci e più anni il fenomeno è aumentato?
«Certamente sì. Oggi, a differenza di allora, le donne vanno allo stadio da sole, per una scelta personale, indipendentemente da un familiare o da un compagno. Allora seguivano sempre il marito o il fidanzato».
Ma davvero il calcio è spettacolo?
«Bisogna considerare spettacolo qualsiasi rappresentazione con simbologie più o meno evidenti. E quindi anche il calcio rientra a buon diritto in questa categoria. Anche nellantica Grecia accadeva. Oggi il calcio è il grande spettacolo delletà moderna. I punti di contatto con la tragedia greca sono molteplici, a cominciare dallo stadio che ha preso il posto dellantico teatro».
Torniamo alle donne: perché tanto interesse verso il calcio da parte del gentil sesso?
«Perché anche i protagonisti, come anticamente, erano espressione di una attrazione suggestiva. Io personalmente ho firmato tante tesi di laurea di giovani studentesse, appassionate al mondo e ai problemi del calcio. A Lettere ogni anno almeno tre/quattro tesi sono femminili e sul fenomeno calcio».
In verità, anche nella nostra città, tante sono le tifose. A parte quelle istituzionali (ricordiamo le «Cicas» blucerchiate e «le preziose» genoane) in ogni categoria professionale tanti nomi femminili, amano il pallone, il loro tifo è, a volte anche molto agguerrito. Dal nostro sindaco Marta Vincenzi (sampdoriana), Roberta Pinotti e Renata Briano (anche loro sampdoriane), persino il pm Patrizia Petruzzelli veste blucerchiato (e pensiamo faccia molta rabbia al suo Procuratore generale Lalla, genoano doc). Michela Tassistro è genoana, Raffaella Della Bianca (genoana), Marylin Fusco un po di qua e un po di là.
Non parliamo addirittura delle giornaliste che pure loro hanno una fede consolidata. Basti ricordare le pimpanti e splendide «penne» (e microfoni) Maria Grazia Barile, Paola Balsomini, Simona Chiavaccini tutte sampdoriane mentre Giovanna Rosi è tutta rossoblù.
Insomma: il «derby delle donne» sarà anchesso un momento felice e divertente di domenica sera.
«Ormai - dice Buonaccorsi - è cospicua e non più marginale la presenza delle donne allo stadio, in autonomia, con una sbalorditiva competenza e non più a rimorchio delluomo. Lei pensi anche, oltre al giornalismo scritto che vede tantissimi firme femminili, alle Tv imperversano donne-croniste. Non esiste programma sportivo dove non ci sia un volto femminile».
Professore ma ci sono differenze fra una tifosa sampdoriana e una genoana?
«Non vi sono grandi differenze, tutte si sentono allo stadio protagoniste e moltissime partecipanti al rito. Del resto, ormai, anche le donne partecipano alla vita del club e amano socializzare».
Grande serata, dunque.
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