Cronaca locale

"Pandemia, crisi e bollette. Noi artigiani in ginocchio"

Il presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti, lancia l'sos Chiede aiuto al governo e un accesso agevolato al credito

"Pandemia, crisi e bollette. Noi artigiani in ginocchio"

Eugenio Massetti, presidente Confartigianato Lombardia e Vice presidente vicario a livello nazionale è la voce del mondo dell'artigianato. Quello che più ha sofferto dal 2020 a oggi, che conta migliaia di perdite e che ora, a ridosso delle elezioni lombarde, ha presentato un vero programma alle forze politiche.

«Abbiamo incontrato i candidati presidenti ed esposto le nostre necessità: siamo piccole imprese, molte a gestione familiare, ma numerose e fondamentali».

Tradotto in numeri?

«Su 220mila aziende lombarde, 96mila sono iscritte a Confartigianato, siamo l'organizzazione delle piccole medie imprese più rappresentativa».

Quante in meno dal 2020?

«Il mondo dell'artigianato, già agli inizi della pandemia, scontava l'onda lunga della crisi del 2009. Poi lockdown, lavoro rallentato, e per alcuni anche la malattia, hanno inferto un primo duro colpo. Quando sembrava di potersi risollevare, con il secondo semestre 2021, è arrivata la speculazione: purtroppo stiamo vedendo che ci può essere una 'pandemia' al giorno».

Quali i settori che hanno sofferto di più?

«Moda, comunicazione, grafica, lavanderia, edilizia, taxi e noleggio auto con conducente. Mentre chi ha lavorato nel campo chimico e sanitario o in quella parte di edilizia utile agli ospedali ha retto meglio. Al terzo trimestre 2022 rispetto all'anno precedente abbiamo un +13% per le chiusure e in calo le nuove aperture (-6%)».

È pessimista?

«Sono realista. È il momento di agire, la speculazione ha dato la batosta finale: in molti avevano investito sul 4.0 ma i costi dell'energia così alti, la difficoltà a reperire le materie prime hanno soffocato anche i tentativi di guardare all'estero»

I 20 miliardi di aiuto della Finanziaria?

«Non bastano per risollevare le piccole aziende e per permettere loro di essere competitive. Chi pagava 3mila euro al mese per la luce (era la media di spesa per i nostri iscritti) oggi si ritrova con 7mila euro al mese senza la possibilità di ricaricare il costo sul prodotto finale».

Cosa chiedete, partendo dall'esigenza più sentita?

«L'accesso al credito facilitato è fondamentale, sia per continuare che per investire. Poi il miglioramento delle infrastrutture per far arrivare prodotti e manufatti a destinazione. Altrimenti non conta essere i primi a produrre».

Quindi sì alle grandi opere, alta velocità, Pedemontana?

«Sì ma anche strade locali e treni regionali rinnovati. E poi è fondamentale l'attenzione al contesto sociale se non vogliamo rischiare di ingrossare le fila alla Caritas. Il sistema della speculazione somiglia a quello della sanità e abbiamo visto cosa succede a privatizzare troppo, quando si ha bisogno di un ospedale o di un medico non lo si trova. Le piccole aziende sono a gestione familiare, la malattia del capofamiglia ricade su tutti».

Se avete presentato queste richieste ai candidati lombardi è convinto che la politica possa fare qualcosa?

«Assolutamente sì. Oggi abbiamo un governo forte che può fare la differenza.

Mi riferisco al tener presente il fine - essere al servizio dei cittadini, della loro salute e del loro benessere - Se Meloni vuol cambiare la maggioranza in Europa lo faccia con un disegno, le speculazioni si risolvono con i governi forti».

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