Panini, castagne e opere pie tutto lo street food meneghino

Dopo i cibi delle feste e la storia di Re Panettone, sempre per l’editore milanese Guido Tommasi, il napoletano (ma milanese di adozione) Stanislao Porzio ha curato Cibi di Strada, prefazione di Roberta Corradin, fatica da avere imposto lo sdoppiamento geografico: ora ecco lo street food di Italia del Nord, Toscana, Umbria e Marche, seguirà più avanti quello del Centro-Sud.
Il cibo di strada, il nonno dei famigerati hamburger dei fast-food, è presente da sempre nelle cucine italiane e Porzio non è il primo che ne affronta il tema. Lo fa però sotto forma di racconti: «I cibi di strada di consumano rapidamente e spesso con le mani. A differenza del fast food, però hanno una storia da raccontare.

Parlando di farinata, focacce, piadine, cerco di raccontare anche le persone che incontro e i luoghi che ho visto, perché il cibo ha molto meno sapore se viene separato da chi lo produce e dal luogo di origine».
Milano compare per ben tre volte con i capitoli dedicate a Caldarroste, Altri ambulanti; Panini e la Mensa dell’opera di San Francesco. A livello Lombardia, ecco i Crotti di Chiavenna a ridosso della Svizzera.

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