Pannella, un’agiografia del santo diavolo

Valter Vecellio dedica un saggio al leader radicale. E più che una biografia è una brillante agiografia

Pannella, un’agiografia del santo diavolo

Marco Pannella. Biografia di un irregolare. Questo il titolo del saggio (Rubbettino, pagg. 285, euro 18) che Valter Vecellio dedica al leader radicale. Più che una biografia, a dire il vero, un’interessante, esauriente, brillante agiografia. Vecellio è amico di vecchia data del patriarca digiunatore, ne condivide il credo politico, ne approva le invenzioni e le provocazioni. Le notazioni negative sul protagonista di queste pagine sono affidate a giornalisti famosi, o a lui in persona. Pannella: «Sono logorroico, con l’età la logorrea aumenta ancora di più». E Montanelli, con la sua ironia: «Per capire Pannella bisogna rivoltarlo come si faceva con le stoffe inglesi di una volta, il cui rovescio era meglio del diritto. Visto di faccia è un Brancaleone, uno sparafucile, un saccheggiatore di pollai, un gigionesco mattatore, capace di rubare il posto a un morto nella bara, pur di mettersi al centro del funerale. Ma è anche lo sceriffo che, disarmato, va a sfidare il gangster nella sua tana».

Vecellio insiste, e fa bene, su un dato che distingue Pannella da larga parte degli altri politici: l’onestà personale, il disinteresse. Non si è mai riusciti a coinvolgerlo nelle tangentopoli - l’originale e le imitazioni - o in qualsiasi altra vicenda di appalti, bustarelle, favori loschi, ricche sinecure. Per il resto, come tutti i provocatori e i trasgressori, suscita a volte ammirazione e altre volte rabbia. Il profeta diventa clown, e viceversa. Si fatica a prendere sul serio i digiuni che affronta, per il loro numero sterminato, e si può dissentire dai loro obbiettivi, ma dopo aver riconosciuto che non sono mai obbiettivi meschini. Ha sfidato i benpensanti candidando e facendo eleggere alla Camera il professor Toni Negri (paraltro mi sembra che Vecellio, immagino a fin di bene, non dedichi neppure un cenno alla candidatura della pornodiva Ilona Staller in arte Cicciolina, gratificata da Marco d’un seggio a Montecitorio).

Nato con il talento dell’affabulazione - che è la vera specialità dei radicali, e includo nel numero gli ex come Capezzone - Pannella era ed è infrenabile quando comincia a concionare. In una puntata di Porta a Porta mi ha alluvionato di parole. Il rompiscatole massimo si è impegnato in polemiche con tutti e su tutto, Palmiro Togliatti gli dedicò reprimende dure, la Chiesa ha reagito al suo anticlericalismo sbandierato, molti italiani sono stati scandalizzati dalla pretesa pannelliana di far legalizzare la marijuana, il nostro è passato tra arresti, processi, condanne - nemmeno una definitiva, viene sottolineato - per aver preteso che le leggi si adeguassero a lui e non lui alle leggi. Nei suoi volteggi è andato a scontrarsi con sinistra, destra, centro: difficile seguire il grande acrobata, oltretutto affetto da un egocentrismo sfrenato. Difficile anche per i suoi seguaci, che uno alla volta - i più abili - si sono sfilati dal padrinato pannelliano e si sono messi in proprio. Pannella ha avuto senza dubbio un ruolo notevole - per Vecellio decisivo - in alcune battaglie civili e riforme della prima Repubblica, a cominciare dal divorzio e dall’aborto. Il giudizio su di esse non è unanime, i cattolici di stretta osservanza le condannano. Resta comunque il fatto che con quelle leggi e con quei referendum l’Italia si è adeguata a un processo di modernizzazione istituzionale comune a tutti i Paesi europei.

Valter Vecellio non ignora i pettegolezzi ricorrenti sui costumi sessuali di Marco Pannella che per il fisico gagliardo, per l’allure spavalda, gli occhi azzurri, le sopracciglia sataniche, piacque molto alle donne. (Sabina Ciuffini, valletta di Mike Bongiorno, gli trovava un solo difetto fisico, dopo i digiuni, le natiche un po’ scarne) Si è mormorato dei suoi segretari giovanissimi e prestanti. Pannella è vissuto per trent’anni con una compagna fissa, Mirella Parachini. «Poi abbiamo attuato una separazione che è solo logistica: forse perché stiamo troppo bene insieme.

Ho avuto tre o quattro uomini che ho amato molto, ma non c’è stata alcuna gelosia con lei. Potevamo avere e avevamo anche altre storie, ne parlavamo prima e durante, senza che nulla ci abbia potuto dividere». Fedele a modo suo, Pannella. In amore e in politica.

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