Pantere dietro il banco tra sorrisi e vip

Pantere dietro il banco tra sorrisi e vip

Le chiamano le «pantere dietro il banco». Attente, simpatiche, veloci, pronte, sorridenti. Sono quattro «pantere» del «Mascaret», una delle «caffetterie-pub» più significative del centro storico, in via d’Annunzio. Perché se ne parla?
Perché un sondaggio «sul modo di servire il cliente» (una delle prime caratteristiche per chi si occupa di turismo commerciale, dunque di accoglienza) ha riconosciuto una specie di «Oscar» a queste «pantere». Su circa quindici locali, e localini visitati, questo «comitato di esperti» ha riconosciuto alle quattro belle fanciulle il merito di «offrire al cliente un sorriso e un servizio fatto di gentilezza e cortesia».
I loro nomi: a guidare il gruppetto la «signora in rosso», Cinzia Maglioni, efficiente, sempre un po’ scapigliata, casual: quando entra un cliente non dice «Buongiorno», ma subito «Macchiato caldo?». E il dialogo amichevole è già stabilito. Cinzia conosce ormai ormai ogni esigenza di chi entra: normale, macchiato, caldo, freddo, cappuccio, latte, insomma ha schedato tutti, già di mattina presto. Si esalta alla grande macchina del caffè come fosse un computer...
Al suo fianco la dolcissima Florentina (in arte Flo’), una bella ragazza rumena, da tre anni al servizio del «Mascaret». Il sorriso di chi ha sofferto, ma di chi oggi è contenta di essere in Italia: ha vissuto traversie non indifferenti, ma l’approccio col cliente è «soavemente malinconico», come ha sottolineato un antico poeta frequentatore del pub. Flo’ si chiama Juglan di cognome, arriva da Galaty, nell’Est della Romania: «L’Italia è bella, se ci fosse meno burocrazia sarebbe ancora meglio».
Ma basta veda arrivare Graziano Cesari e tutto è dimenticato. Il «Mascaret», infatti, è frequentato dai vip delle Tv e della Regione. Il caffè macchiato del principe Castelbarco è ormai una tradizione, la «buridda» di Nino Pirito è un «cult» gastronomico. Assessori e consiglieri regionali assaporano brioches e focaccia. Belle ragazze fanno la fila per un «tacchino al forno» o per un «vitel-tonné». I complimenti vanno tutti alla straordinaria cuoca Franca Francia e al suo aiuto Cristina Fiorotto. Apprezzano i suoi piatti Raffaella Corsinovi, Anna Paola Pastorino (segretaria di produzione di Primocanale, fra le più pimpanti e professionalmente preparate), al «macho» Maurizio Michieli. E poi avvocati, professionisti (immancabile l’avvocato Lucarelli, il principe dei gastroenterologi Attilio Giacosa, l’avvocato Eugenio Dondero che ha sgominato la Rai nella vertenza con Primocanale), industriali e play-boy. Per completare il «poker» delle «pantere» ecco Tina Preite, detta «Speedy Gonzales» per la rapidità con cui serve, puntuale, precisa, senza una irritazione, ma sempre con il «sì» pronto ad ogni richiesta. E su, in «saletta-ristorante» la regina delle «mise en place» Cristina Rossi, implacabile nella sua cortesia. Franca, la cuoca, sembra uscita dalle guide più significative del mangiar bene: le sue «trenette», la sua «trippa», il suo minestrone sono piatti di antica tradizione, che si possono gustare nei «cinque stelle» o nei «quattro forchette», segnalati dagli esperti più noti. Raspelli le darebbe i suoi trentesimi, di certo.
Cinzia, Flo’, Tina, Franca, sono l’immagine di una città che tenta di rilanciare il senso dell’accoglienza, purtroppo in grande calo. È fortunato il bianco papà del «Mascaret», Tino Parodi. Solo lui, antico marinaio, poteva gestire un locale che si chiama mascaret: nome che significa la «prima onda dell’alta marea» che si infrange sulla spiaggia.

Nel pub ci sono foto affascinanti del «mascaret» che nessuno si è mai chiesto cosa significasse. È più importante infatti trovare appena svegli un caffè caldo e offerto con un sorriso. Il sorriso nel caffè di Cinzia, Flo’ e Tina.

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