Egregio direttore,
in un articolo pubblicato nel suo giornale il 23 gennaio
scorso, a firma
Gian Marco Chiocci e Luca Rocca, dal titolo ''L'Italia preda di maghi, guaritori e ciarlatani. Incasso: 6 miliardi all'anno, in nero'', e' scritto: ''Questi sono gli ultimi due anni in cui Giovanni Panunzio, responsabile di Telefono antiplagio, ha aggiornato i dati. Poi s'e' arreso di fronte all'inerzia delle procure''.
In realta', come lei sa (ha sempre ricevuto i nostri comunicati), il motivo per cui Telefono Antiplagio ha chiuso, autocensurando ed autosequestrando i propri siti, non ha nulla a che vedere con la
magistratura, ma con il pignoramento di un quinto del mio
stipendio da parte di RTI per il blog striscialanotizia.net in cui deridevo e criticavo le parzialita' di Antonio Ricci; blog che e' stato fatto passare per concorrenziale (sic!) a Striscia la notizia.
La conseguenza e' stata una causa civile, pendente in appello, in cui mi sono state addebitate spese legali per 23.000 euro, importo quasi uguale al risarcimento, sospeso dalla Corte d'Appello di Firenze.
In quel blog, tra l'altro, stigmatizzavo gli interessi economici di case editrici di Mediaset e Fininvest (Mediavideo e Pagine Utili), che reclamizzano cartomanti, sensitivi e variopinta compagnia in oltre 600 spazi pubblicitari.
Confido nella sua onesta' intellettuale e le chiedo gentilmente di pubblicare questa mia rettifica.
Prof. Giovanni Panunzio
Fondatore Telefono Antiplagio
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