da Milano
Cara Paola Ferrari, per un mese sarà lei la regina del calcio in tv...
«Grazie, ma saranno tre settimane in tutto».
Quando parte il suo programma sui Campionati europei?
«Venerdì 6 o sabato 7 giugno, su Raidue. Fino alla finale del 29».
Titolo?
«Dribbling europei. È il secondo Europeo che conduco. Ricalchiamo la stessa formula del 2004, Figli di Eupalla, che ha avuto molto successo».
Però con un orario diverso...
«Sì, andremo in onda, tutti i giorni, nel primissimo pomeriggio, alle 14, con anticipo alle 13.30 il sabato e la domenica».
Durata di ogni puntata?
«Mezzora, come il classico Dribbling di ogni sabato, ma con possibilità di sforare, quando sarà il caso».
Compagni di avventura?
«Italo Cucci sarà lopinionista fisso, poi avremo continui collegamenti con la nazionale, con Enrico Varriale. Quindi la moviola con Daniele Tombolini, ma soltanto per lItalia».
Cucci è un chiacchierone, sarà dura togliergli la palla...
«Io lo trovo un gentleman. Mi piace lavorare con persone da cui ho da imparare».
Sarà il primo grande torneo per nazioni senza Giorgio Tosatti...
«Mi mancherà, gli ero molto legata».
Ospiti?
«Nessuno. In compenso tante novità nelle varie rubriche».
Per tentare anche il pubblico femminile...
«Esattamente. Per la parte prettamente tecnica la Rai avrà altri appuntamenti quotidiani».
Già, gli Europei sono unesclusiva Rai, a differenza dei Mondiali del 2006, spartiti con Sky.
«Sì, è un gran bel colpo».
Non si potrà non fare confronti tra lei e Ilaria DAmico...
«Le sfide non mi spaventano. Comunque Ilaria, bellissima e brava, è unamica. Sono contenta se il calcio si allarga alle donne».
Come la politica, ormai siete tante?
«Macché, siamo ancora poche».
Se lItalia va fuori subito il programma rischia di fare flop...
«Quattro anni fa abbiamo pagato il tacco di Ibrahimovic, stavolta speriamo di andare più avanti».
Lei, al posto di Donadoni, chi avrebbe chiamato in nazionale?
«Inzaghi, è in forma strepitosa».
E se fosse un bookmaker, chi darebbe favorito?
«Che domanda: noi. Non siamo forse i campioni del mondo?».
Se invece fosse ministra dello Sport cosa farebbe per prima cosa?
«Lavorerei sulla cultura dello sport, sulla competizione sana nelle scuole. I ragazzi devono capire che la prima regola è il rispetto dellavversario».
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