Il 21 giugno toccherà a Paolo Maldini comparire dinanzi alla decima sezione penale del tribunale di Milano. Deve difendenrsi dalla seguente accusa: aver chiesto, dietro versamento di una cifra, informazioni su una persona che gli aveva proposto un investimento immobiliare. «Visto che si tratta di un impegno economico abbastanza...volevo fare una piccola verifica» un passo delle intercettazioni che hanno portato il penultimo capitano del Milan a fare i conti con la giustizia ordinaria. «Sono sereno» è stata la sua pacata reazione. In casa hanno dormito tranquilli anche perchè nel frattempo, la posizione della moglie Adriana Fossa, coinvolta nell'indagine, è stata archiviata.
Molti lettori de il Giornale, e tra questi molti tifosi rossoneri, hanno confessato apertamente di sentirsi ..complici di Paolo Maldini. Nel senso che nongli rimproverano certo l'azione tesa a capire, in anticipo rispetto alla decisione di impegnarsi economicamente in un affare, se il tutto proveniva da una persona retta, senza contenziosi con la giustizia o con il fisco.
Nell'immaginario collettivo, l'azione di Paolo Maldini non è vissuta come un reato. E lo si può capire. Meglio prevenire che farsi truffare, verrebbe da chiosare. Obiezione: ma il controllo è un reato. D'accordo.
É francamente difficile rispondere con un secco no.
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