Strumentalizzato, usato e gettato dopo le elezioni. È il sentimento di Pietro De Simone, figlio di Pietro, il postino ferito dal pacco bomba anarchico, che ieri ha scritto al presidente della Repubblica per dirgli che «LItalia mi fa schifo». Papà non sapeva nulla ma sottoscrive e rincara la dose: «Alla fine mi sono sentito ferito più moralmente che fisicamente».
Originario di Napoli, 56 anni, da 30 alle Poste, Pietro sabato si trovava al lavoro allo smistamento di piazza Lugano. «Ho raccolto un pacchetto bianco indirizzato alla Lega in Via Bellerio 4, quando lho lanciato verso il carrello corrispondente si è accesa una fiammata, mi è scoppiato in faccia e sono stato scaraventato a terra. Poi non ricordo più nulla».
Pietro si risveglia al Policlinco, con ustioni di secondo grado a braccia, avambraccia e mani, e contusioni al collo e al bacino. Sorprende tutti con le sue parole: «La storia non gli ha insegnato nulla, non è con la violenza, o con le bombe, che si ragiona. Io sono orgoglioso di essere un italiano, sono orgoglioso di essere un postale. Dico a questa persona che è un vigliacco». Ieri invece è arrivato lo sfogo del figlio «Mio padre dice di essere fiero di essere italiano, io non lo posso dire: io mi vergogno di esserlo, non ne sono per nulla orgoglioso. LItalia fa schifo». Andrea 21 anni, studente di biologia scrive al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Non può esserci silenzio o indifferenza a un fatto del genere, non può essere normale. Non è accettabile che qualcuno confezioni una bomba e che qualcun altro la riceva, è fuori da ogni logica civile. Si può vivere sapendo che mentre svolgi il tuo lavoro potresti finire allaltro mondo? È lontanamente accettabile e normale che alcuna carica statale, dalle più importanti ai gruppi di quartiere, eccetto la Lega, ma per ovvi obblighi di facciata, si sia fatta avanti?». Parlando della bomba poi spiega: «Non può essere un flash che scompare, ma è una ferita che non si rimarginerà mai più. La mia vita e quella della mia famiglia è stata squassata per sempre, e voi? E voi che fate? Magari penserete poverino, oppure, proprio a lui o, ancora, vi chiederete come stia o quanto sia grave. Io vi rispondo: secondo voi come può stare una persona a cui è scoppiata in faccia una bomba? Con un petardo si possono perdere le dita, con una bomba che succede?. Se mio padre non avesse avuto i riflessi pronti a questora lo avrei raccolto con il cucchiaino, che ne pensate di questo?».
«Be mio figlio dice le cose pane al pane e vino al vino, però ha ragione» risponde al telefono papà Pietro.
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