Roma - Si vuole mettere a tacere la Chiesa. Di fronte all’ennesimo atto intimidatorio contro il presidente della Cei, monsignor Angelo Bagnasco, interviene sul Servizio di informazione religiosa (Sir), don Giorgio Zucchelli, presidente della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc). Contro i vescovi, denuncia il Sir, viene «orchestrato un falso teorema» attraverso una «mirata disinformazione condita di abbondante vetero-clericalismo». L’obbiettivo è quello di spegnere la voce della Chiesa «sui temi chiave della società di oggi: vita, famiglia, libertà d’educazione».
Ma dopo le minacce per Bagnasco è il giorno della solidarietà e delle manifestazioni di rispetto e amicizia. Prime fra tutte quelle del Santo Padre. Papa Benedetto XVI ha personalmente telefonato a Bagnasco per assicurargli la propria «vicinanza e solidarietà», come conferma anche il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi. E l’arcivescovo di Genova commenta: «Sento il Papa vicino». In due diverse telefonate Benedetto XVI avrebbe anche confermato la nomina di Bagnasco a cardinale nel prossimo Concistoro, esortandolo anche a «continuare a operare per il bene comune». Significativo anche l’invito di Ratzinger a pregare per gli autori di questi «deprecabili gesti». Il Papa avrebbe poi concluso la conversazione con il motto del suo viaggio in Baviera: «Chi crede non è mai solo».
Poi arriva anche il messaggio del capo dello Stato. Un intervento in qualche modo «dovuto» dopo l’appello del segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone: l’Italia non lasci solo Bagnasco. E Giorgio Napolitano risponde: garantiremo il sereno svolgimento della sua missione. «L’Italia non lascerà solo monsignor Bagnasco di fronte alle inammissibili, vili minacce di oscura provenienza di cui è stato fatto oggetto», assicura il presidente della Repubblica che parla di «gravi episodi di intolleranza nei confronti della Chiesa cattolica». Napolitano assicura il suo impegno per garantire «il più sereno esercizio della missione pastorale del presidente della Cei» e favorire «il più pacato, responsabile e costruttivo dialogo tra la Chiesa cattolica, la politica e la società civile, in linea con gli ottimi rapporti che intercorrono tra la Santa Sede e lo Stato italiano».
Ma la Chiesa si sente assediata, come denuncia appunto il servizio d’informazione dei vescovi. Don Zucchelli non dubita che i gesti intimidatori, come i proiettili e le scritte, arrivino «da gruppi ai margini della società». Ma il punto è un altro. Questi gesti, aggiunge, «si alimentano in certi ambienti, anche politici, che fomentano nella base sociale sentimenti ostili alla Chiesa. Il loro tentativo è quello di metterla a tacere sui temi chiave della società di oggi: vita, famiglia, libertà d’educazione». Quella italiana, dice il presidente nazionale della Fisc, è una Chiesa che non si pone contro nessuno e si apre al dialogo con tutti, con la forza della ragione e della fede.
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