Città del Vaticano - "I lager nazisti, come ogni campo di sterminio, possono essere considerati simboli estremi del male, dell'inferno che si apre sulla terra quando l'uomo dimentica Dio e a Lui si sostituisce, usurpandogli il diritto di decidere su che cosa è bene e che cosa è male, di dare la vita e la morte". Lo ha affermato papa Benedetto XVI questa mattina prima di recitare l'Angelus nel Cortile del Palazzo apostolico di Castelgandolfo. Ricordando, in occasione dell'anno sacerdotale, alcuni santi che "la liturgia ricorda in questi giorni", il papa ha parlato di due martiri "uccisi nel lager di Auschwitz: Santa Benedetta della Croce-Edith Stein" e "San Massimiliano Kolbe". "Purtroppo - ha aggiunto il papa a proposito dei campi di sterminio nazista - questo triste fenomeno non è circoscritto ai lager. Essi sono piuttosto la punta culminante di una realtà ampia e diffusa, spesso dai confini sfuggenti".
Il monito: l'uomo non si sostituisca a Dio Nel mondo contemporaneo ci sono "ideologie e filosofie ma sempre più anche modi di pensare e di agire che esaltano la libertà quale unico principio dell'uomo in alternativa a Dio e in tal modo trasformano l'uomo in dio, che fa dell'arbitrarietà il proprio sistema di comportamento". ha affewrmato il Pontefice. Parlando di Santa Teresa Benedetta della Croce-Edith Stein e di San Massimiliano Kolbe, due santi martiri uccisi nel lager nazista di Auschwitz, il papa ha spiegato che "questi santi ci fanno riflettere sulle profonde divergenze che esistono tra l'umanesimo ateo e l'umanesimo cristiano". Si tratta, ha aggiunto, di "una antitesi che attraversa tutta la storia" e che "alla fine del secondo millennio con il nichilismo contemporaneo è giunta a un punto cruciale".
"Da una parte - ha proseguito - ci sono ideologie e filosofie ma sempre più anche modi di pensare e di agire che esaltano la libertà quale unico principio dell'uomo in alternativa a Dio e in tal modo trasformano l'uomo in dio, che fa dell'arbitarietà il proprio sistema di comportamento". Dall'altra, ha aggiunto, "abbiamo appunto i santi" che offrono "una risposta esaustiva e credibile" alla "crisi profonda del mondo contemporaneo": "quella della carità nella verità "
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