Roma - Benedetto XVI torna a condannare l’antisemitismo e chi nega la Shoah, e annuncia di preparare il viaggio in Israele. Un pellegrinaggio previsto per maggio, che comprende la visita al memoriale dell’Olocausto Yad Vashem e al Muro del Pianto, come anticipato dal Giornale lunedì scorso. Il Pontefice ha parlato ricevendo i rabbini americani che lo avevano accolto nell’aprile 2008 negli Stati Uniti. «L’odio e il disprezzo per uomini, donne e bambini manifestati nella Shoah sono stati un crimine contro Dio e contro l’umanità - ha detto Ratzinger - Questo dovrebbe essere chiaro a tutti».
«È ovvio - ha aggiunto - che qualsiasi negazione o minimizzazione di questo terribile crimine è intollerabile e del tutto inaccettabile. Di recente, in un’udienza pubblica, ho riaffermato che la Shoah deve essere un monito contro l’oblio, contro la negazione o il riduzionismo».
«Questo capitolo terribile della nostra storia - ha ribadito Benedetto XVI - non dovrà mai essere dimenticato» e il suo ricordo è «un ammonimento a noi per il futuro e un monito a lottare per la riconciliazione. Ricordare significa fare tutto il possibile per prevenire qualsiasi recrudescenza di questa catastrofe nella famiglia umana, edificando ponti di amicizia duratura». Il Papa ha detto di pregare affinché «il ricordo di questo crimine orrendo rafforzi la nostra determinazione a guarire le ferite che da troppo tempo affliggono le relazioni fra cristiani ed ebrei», e ha aggiunto di desiderare che «la nostra amicizia divenga sempre più forte».
Benedetto XVI ha poi ricordato la sua visita del maggio 2006 al campo di sterminio di Auschwitz: «Come possiamo cominciare a comprendere l’enormità di ciò che è accaduto in quelle prigioni infami? L’intero genere umano prova una profonda vergogna per la brutalità selvaggia mostrata allora verso il vostro popolo». E ha confermato che «la Chiesa è profondamente e irrevocabilmente impegnata a rifiutare ogni forma di antisemitismo e a continuare a costruire relazioni buone e durature fra le nostre due comunità». Il Papa ha infine annunciato di prepararsi «a visitare Israele».
Il discorso ai rabbini chiude le polemiche scaturite dall’intervista negazionista del vescovo lefebvriano Richard Williamson. Il rabbino David Rosen ha dichiarato «chiuso» l’incidente affermando che «nessun equilibrato osservato0re ebreo potrebbe chiedere niente di più al Papa di quanto ha detto»; il rabbino capo di Roma ha definito «importante e necessaria» la dichiarazione di Ratzinger, mentre il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna giudica le parole del Papa «una risposta forte e autorevole».
Intanto anche dalla Fraternità lefebvriana giungono segnali precisi: il vescovo Williamson, sollevato dall’incarico di responsabile del seminario di La Reja in Argentina, ha assicurato che studierà libri di storia sull’Olocausto per rivedere le sue posizioni.
All’udienza con il Papa era presente anche il rabbino della Park East Synagogue di New York: a giorni si attende la nomina del nuovo cardinale della Grande Mela, che prenderà il posto del dimissionario Egan. In pole position è l’arcivescovo di Milwaukee Timothy Michael Dolan.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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