Andrea Tornielli
da Roma
Oggi si pensa che chi non pecca, sia in fondo una «persona noiosa, che manchi qualcosa nella sua vita». L’uomo conta «unicamente sulla conoscenza» che «conferisce potere», ma se «viviamo contro l’amore e contro la verità» allora «ci distruggiamo a vicenda e distruggiamo il mondo». Sono parole forti quelle che Benedetto XVI pronuncia nell’omelia dell’Immacolata, ricordando i quarant’ anni trascorsi dalla chiusura del Concilio. C’era chi aveva previsto, per l’occasione, un importante discorso programmatico del nuovo Papa, che invece sceglie di volare alto, ricordando la figura di Maria madre della Chiesa, così come venne proclamata da Paolo VI durante il Vaticano II, per poi affrontare il tema dell’autosufficienza dell’uomo.
«L’uomo non si fida di Dio – ha detto Ratzinger – egli cova il sospetto che Dio, in fin dei conti, gli tolga qualcosa della sua vita, che Dio sia un concorrente che limita la nostra libertà e che noi saremo pienamente esseri umani soltanto quando l’avremo accantonato». Gli uomini sospettano che l’amore di Dio «crei una dipendenza» della quale sbarazzarsi per essere se stessi. «L’uomo – ha aggiunto – vuole attingere egli stesso dall’albero della conoscenza il potere di plasmare il mondo, di farsi dio elevandosi al livello di Lui, e di vincere la morte e le tenebre. Egli conta unicamente sulla conoscenza, in quanto essa gli conferisce il potere».
Benedetto XVI ha quindi spiegato che solo vivendo «nel modo giusto», secondo «la verità del nostro essere e cioè secondo la volontà di Dio», possiamo essere veramente liberi. «Perché la volontà di Dio – ha detto ancora Ratzinger – non è per l’uomo una legge imposta dall’esterno che lo costringe, ma la misura intrinseca della sua natura... Se noi viviamo contro l’amore e contro la verità – contro Dio –, allora ci distruggiamo a vicenda e distruggiamo il mondo». Il Papa ha quindi parlato del peccato originale, di quella «goccia di veleno» che tutti gli uomini portano in sé e dalla quale secondo la teologia cattolica soltanto la Madonna era stata preservata. Un esempio di questa «goccia di veleno» è il sospettare che chi non pecca conduca un’esistenza «noiosa», che «manchi qualcosa nella sua vita». Sembra quasi riecheggiata qui la frase secondo cui «nel bene non c’è romanzo», e che soltanto una vita che abbia sperimentato il peccato e i suoi abissi sia davvero affascinante.
«Guardando però il mondo intorno a noi – ha aggiunto Benedetto XVI – possiamo vedere che non è così, che cioè il male avvelena sempre, non innalza l’uomo, ma lo abbassa e lo umilia, non lo rende più grande, più puro e più ricco, ma lo danneggia e lo fa diventare più piccolo». Ecco perché, ha continuato il Papa, «l’uomo che si abbandona totalmente nelle mani di Dio non diventa un burattino di Dio, una noiosa persona consenziente» ma trova «la vera libertà».
Al termine della celebrazione, Benedetto XVI si è affacciato per l’Angelus e ha benedetto la fiaccola delle Olimpiadi di Torino 2006. Nel pomeriggio il Pontefice si è recato in Piazza di Spagna per l’omaggio floreale alla statua dell’Immacolata. Ratzinger ha indossato la mozzetta di velluto rosso bordata di ermellino, caduta in disuso durante il pontificato di Giovanni Paolo II, che soffriva il caldo.
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