New York - Commozione, preghiere e lacrime a Ground Zero: il Papa si è inginocchiato nel cratere delle Twin Towers e ha pregato "perché Dio porti pace in un mondo violento". E' stato uno dei momenti più emozionanti e simbolici della sei giorni di Benedetto XVI negli Usa. Sotto un cielo grigio e nebbioso, il Pontefice ha benedetto con l'acqua santa il luogo dove l'11 settembre di oltre sei anni fa 2.749 persone persero la vita nel crollo del World Trade Center. Benedetto XVI era ancora il cardinale Joseph Ratzinger quando i kamikaze di Osama bin Laden cambiarono la storia dell'America e del mondo: oggi ha pregato per "un mondo cui pace e amore autentici regnino tra le Nazioni e nei cuori di tutti".
Il Papa ha ricordato le vittime delle stragi a New York, Pennsylvania e al Pentagono. Uno solo, indiretto, il riferimento al terrorismo, tema affrontato nel discorso all'Onu e prima ancora alla Casa Bianca, con il presidente George W. Bush. Oggi, Benedetto XVI si è rivolto a Dio: "Volgi verso il Tuo cammino di amore, coloro che hanno il cuore e la mente consumati dall'odio". Tutto intorno i trailer del cantiere, gru, metallo arrugginito, cemento. Ground Zero, a differenza degli altri siti di Washington e di New York visitati dal Papa, non era stato abbellito in preparazione dell'evento.
Nella mezz'ora trascorsa sul luogo delle stragi, Benedetto XVI ha scambiato commosse parole con 24 persone toccate dalla tragedia: 16 familiari di vittime, quattro sopravvissuti, altrettanti soccorritori. I governatori di New York David Paterson e del New Jersey Jon Corzine e il sindaco di New York Michael Bloomberg erano già a Ground Zero quando il Pontefice, accompagnato dal cardinale Edward Egan, è sceso lentamente lungo una rampa a bordo della papamobile e poi a piedi.
Il cratere delle Twin Towers è il simbolo più tangibile del divario tra Occidente e gli elementi più estremisti dell'Islam: un fossato profondo, per colmare il quale la Chiesa di Benedetto XVI si propone come ponte tra razionalismo senza Dio e fondamentalismo religioso. Al livello della roccia vergine, nel luogo dove sorgeva la Torre Nord distrutta dai terroristi, Benedetto XVI si è inginocchiato davanti a uno specchio d'acqua e per due minuti ha pregato in silenzio. Visibilmente commosso, si è rialzato e ha acceso un cero.
Benedetto ha letto quindi la preghiera per la pace in cui ha riconosciuto "le molte fedi e tradizioni" delle vittime. Ha benedetto in quattro direzioni il terreno e gli astanti. Un violoncello ha rotto il silenzio. Il papa ha incontrato, stringendo le mani e scambiando parole, i sopravvissuti. George Bachmann, un pompiere in pensione uscito al crollo delle Torri con la schiena rotta, si è trovato "senza parole, alla presenza del Santo padre". Tra i familiari delle vittime c'era anche Dympna Judge Jesich, 74 anni, la sorella gemella del cappellano dei pompieri Mychal Judge, un leader della comunità gay, morto nel crollo delle Torri mentre amministrava conforto ai feriti della strage.
Padre Judge, il cappellano francescano dei pompieri di New York e la 'Vittima 0001' nell'elenco ufficiale dei morti del World Trade Center, è stato in qualche modo tra i protagonisti della cerimonia. Oltre 1.100 persone toccate personalmente dalle stragi avevano chiesto di incontrare il Papa. I 24 erano stati scelti con un'estrazione a sorte. "Una lotteria che preferirei non aver vinto", ha detto Linda Litto, rimasta vedova di Vincent, un broker della Cantor Fitzgerald.
Fuori dal cratere e della zona 'protetta' dalla polizia di New York e dal Secret Service una decina di manifestanti hanno innalzato striscioni di protesta ma sono stati sovrastati dalla folla accorsa per applaudire il Papa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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