«Mai più spargimento di sangue! Mai più terrorismo! Mai più guerra!». È il grido di Benedetto XVI a conclusione del viaggio in Terrasanta. Allaeroporto di Tel Aviv, nel saluto al presidente dello Stato dIsraele Simon Peres, il Papa è tornato a parlare della Shoah, ha ricordato la sua visita ad Auschwitz, «dove tanti ebrei sono stati sterminati brutalmente sotto un regime senza Dio che ha propagato unideologia di antisemitismo e di odio». E ha aggiunto che «questo capitolo terribile della Storia non deve mai essere dimenticato o negato».
«Desidero ricordare ha detto ancora Ratzinger che sono venuto a visitare questo Paese come amico degli israeliani, così come sono amico del popolo palestinese». Poi lappello per la pace: «Mai più spargimento di sangue! Mai più massacri! Mai più terrorismo! Mai più guerra! Spezziamo invece il circolo vizioso della violenza». Il Papa ha chiesto che «sia universalmente riconosciuto che lo Stato dIsraele ha il diritto di esistere e di vivere in pace e sicurezza». E sia «allo stesso modo riconosciuto che il popolo palestinese ha diritto a una patria indipendente e sovrana, dove vivere con dignità», e ha diritto «a viaggiare liberamente». La «soluzione dei due Stati», chiede il Pontefice, «si trasformi in una realtà e non rimanga un sogno». Ratzinger ha ricordato anche il muro di separazione che circonda la West Bank: «Una delle visioni più tristi per me durante la mia visita è stata quella del muro. Mentre gli sono passato accanto, ho pregato per un futuro nel quale i popoli della Terrasanta possano vivere in pace e armonia senza bisogno di questi strumenti di sicurezza e separazione».
Nelle ultime ore della sua permanenza a Gerusalemme, il Papa ha incontrato il patriarca greco-ortodosso Teofilo III e ha detto: «Noi dobbiamo trovare la forza di raddoppiare il nostro impegno per perfezionare la nostra comunione, per renderla completa». Benedetto XVI è quindi entrato nella Basilica del Santo Sepolcro, visitando il Calvario e la tomba vuota. Nel luogo santo più importante, testimone dellevento che fonda il cristianesimo la morte in croce e la resurrezione di Gesù luogo simbolo al tempo stesso delle secolari divisioni dei cristiani, ha invitato a guardare «al volto del Signore crocifisso e risorto» per «superare ogni conflitto e tensione». «Come cristiani sappiamo ha concluso che la pace alla quale anela questa terra lacerata da conflitti ha un nome: Gesù Cristo».
E sullaereo, salutando i giornalisti durante il viaggio di ritorno, il Papa ha pronunciato parole di ottimismo. «Limpressione fondamentale - ha detto - è che in tutti gli ambienti, ebrei, cristiani e musulmani, ci sia una decisa volontà di dialogo interreligioso, una reale collaborazione di religioni: non una collaborazione per motivi politici ma dettata dalla fede».
AnTor