Roma - «Volevo fare il teologo e mi tocca fare
il Papa». Si può sintetizzare così l'allegro scambio di
battute questa mattina tra Benedetto XVI e i docenti della
Facoltà teologica di Tubinga dove lo stesso Ratzinger è stato
docente negli anni '60. Il Papa, riferisce Radio Vaticana, ha
confessato scherzosamente che l'incontro, facendolo tornare ai
tempi del suo insegnamento all'Università di Tubinga, lo ha
fatto sentire più giovane. Quindi ha confidato che aveva visto
nell'insegnamento la propria vocazione. «Ma la volontà di Dio
voleva altra cosa», ha aggiunto.
La teologia, ha sottolineato il Pontefice, «non è una
scienza per pochi, essa è importante per tutti: risponde
infatti alle domande che l'umanità si pone e chiarisce i
contenuti della Verità. Un impegno grande, dunque, quello
della teologia, che non va dimenticato e cui essa stessa deve
adempiere. Una scienza che non deve fermarsi ad analisi
condotte con metodo, ma che deve porgere risposte alle domande
fondamentali di oggi».
Per il Papa l'incontro di questa mattina è stato «un segno
dell'unità interiore» che sussiste fra l'insegnamento della
teologia e il proprio servizio pastorale come Pontefice. Il
teologo, ha proseguito Papa Ratzinger, deve «chiedersi sempre
se quanto scrive corrisponda al vero e quanto sia importante
per il mondo contemporaneo». Benedetto XVI ha poi aggiunto che
deve esserci pure «unità fra insegnamento teologico e servizio
pastorale nella Chiesa; per l'uomo, per il mondo e per il
nostro futuro».
«La teologia - è stata la conclusione del Papa - ha bisogno del coraggio di fare domande ma deve anche ascoltare devotamente le risposte della fede cristiana, e questo perchè essa non resti al chiuso delle università ma aiuti anche a vivere».
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