Il Papa ha "appreso con dolore la notizia del grave attentato contro la comunità cristiana copta compiuto ad Alessandria d'Egitto". Parlando all'Angelus in piazza San Pietro, Benedetto XVI ha detto che "questo vile gesto di morte, come quello di mettere bombe ora anche vicino alle case dei cristiani in Iraq per costringerli ad andarsene, offende Dio e l'umanità intera, che proprio ieri ha pregato per la pace e ha iniziato con speranza un nuovo anno". In una piazza San Pietro gremita da migliaia di persone, il Papa ha aggiunto che "davanti a questa strategia di violenze che ha di mira i cristiani, e ha conseguenze su tutta la popolazione, prego per le vittime e i familiari, e incoraggio le comunità ecclesiali a perseverare nella fede e nella testimonianza di non violenza che ci viene dal Vangelo. Penso anche ai numerosi operatori pastorali uccisi nel 2010 in varie ugualmente il nostro affettuoso ricordo davanti al Signore. Rimaniamo uniti in Cristo, nostra speranza e nostra pace". Benedetto XVI incoraggia "le comunità ecclesiali" vittime della violenza religiosa a "perseverare nella fede e nella testimonianza di non violenza che ci viene dal Vangelo".
Ma l'imam di Al Azhar attacca il Papa Il grande imam di Al Azhar, sceicco Ahmed El Tyeb, una della massime figure dell'Islam, ha criticato le dichiarazioni del Papa sulla strage ad Alessandria sulla necessità di difendere i cristiani, definendole "intervento inaccettabile negli affari dell'Egitto". "Perché il Papa non ha chiesto la protezione dei musulmani quando venivano massacrati in Iraq?", si è chiesto El Tayeb, citato dalla stampa egiziana, criticando quella che definisce "una visione sbilanciata su musulmani e cristiani che rischiano di essere uccisi in tutto il mondo". El Tayeb ha annunciato quindi che verrà formato un "foro egiziano" per eliminare le origine della tensione tra cristiani copti e i musulmani. L'imam ha speigato che questo comitato entrerà in funzione entro due settimane e sarà composto formato da Al Azhar (l'università che il massimo centro culturale dell'Islam sunnita) e della Chiesa. Raggrupperà esponenti musulmani e copti che "formino una voce comune", tenendo riunioni settimanali dove si discuta di tolleranza tra Islam e Cristianesimo, e si operi per risolvere i problemi ed eliminare le tensioni tra le due comunità.
I copti assaltano l'auto dell'imam Un gruppo di copti che manifestavano davanti alla cattedrale copta-ortodossa del Cairo ha tentato di aggredire il corteo di auto del grande imam di Al Azhar. I manifestanti stavano protestando contro l'attentato davanti ad una chiesa copta di Alessandria che ha causato 21 vittime. Al momento della tentata aggressione l'imam stava uscendo dalla cattedrale dove aveva presentato le sue condoglianze al patriarca dei copti, papa Shenuda III. Le guardie del corpo sono riuscite ad allontanare i manifestanti imponendo all'imam di rimanere all'interno della sua auto all'interno della chiesa. Al Cairo centinaia di copti si sono ritrovati nel piazzale della cattedrale brandendo crocefissi di legno e immagini di Gesù e della Madonna. Intanto nella chiesa dei Santi di Alessandria, in un'atmosfera di tristezza e dolore si è svolta la messa per commemorare le 21 vittime dell'attentato. Testimoni riferiscono che al termine della funzione i fedeli si sono rifiutati di lasciare la chiesa ma alla fine sono stati costretti a farlo dai preti. Papa Shenouda ha annunciato che sono annullate le feste per il 6 gennaio, mentre si svolgerà regolarmente la messa per la natività. Sul fronte delle indagini, invece, non ci sono nuove notizie sulle 17 persone arrestate ieri di cui hai riferito il canale satellitare Al Jazira.
Dieci feriti negli scontri Almeno dieci copti sono rimasti feriti in scontri con la polizia durante le manifestazioni al centro del Cairo scaturite dall'attentato. La polizia ha usato i manganelli per disperdere i manifestanti che tentavano di superare il cordone delle forze di sicurezza sul lungo Nilo vicino al ministero degli Esteri.
Frattini: "Intervenga l'Europa" Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha chiesto una discussione politica al prossimo Consiglio dei ministri degli esteri dell'Unione europea del 31 gennaio sul tema delle violenze e discriminazioni dei cristiani nel mondo. Lo rende noto la Farnesina. "Gli ultimi episodi, quelli delle violenze in Nigeria e gli attentati ad Alessandria, in Egitto, hanno tragicamente confermato - sottolinea Franco Frattini - che il fenomeno dell'intolleranza religiosa, soprattutto contro i cristiani, ma che non risparmia anche le altre minoranze religiose, ha assunto un'intensità e dimensioni troppo gravi e preoccupanti e assolutamente inaccettabili per tutti coloro che hanno a cuore i diritti dell'individuo. E' quindi il momento di una risposta politica forte ed univoca da parte di tutti i governi che hanno a cuore i diritti dell'individuo, dei quali la libertà di fede é componente fondamentale". Secondo il titolare della Farnesina, "l"Unione europea, che ha posto la primazia dei diritti individuali alla base dei suoi principi costituzionali, deve essere in prima linea in questa battaglia. E' questo quanto oggi l'Italia chiede all'Ue". Il governo italiano ha negli ultimi due anni, in più occasioni richiamato l'attenzione dell'Unione ad agire in maniera determinata ai numerosi episodi di violenze contro le minoranze cristiane nel mondo. Grazie a questi sforzi l' Unione europea ha approvato l'anno scorso un Piano d'Azione per favorire un'azione concordata dei Paesi membri nel monitoraggio del trattamento delle minoranze religiose nel mondo. "Il Piano d'azione è stato un grande passo in avanti. E' venuto però il momento - ha aggiunto il ministro Frattini - di renderne più concreta l'attuazione, alla luce di una realtà sempre più preoccupante".
Cicchitto: terrorismo che lede la libertà "Il terrorismo anticristiano lede la libertà, religiosa e non. La cosa è grave e innovativa di questo tipo di attacchi è il fatto che i terroristi siano passati dall'avere nel mirino gli occidentali all'avere come bersaglio i cristiani, siano essi occidentali o meno,cosa accaduta ad esempio anche nell'ultimo attentato ad Alessandria le cui vittime erano egizii copti. Si tratta di un salto di qualità assai inquietante". Lo afferma il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. "Esprimiamo solidarietà - afferma Cicchitto - alle vittime e ai perseguitati e con essa l'esigenza di non lasciar passare sotto silenzio una persecuzione che lede la libertà e l'agibilità democratica".
Capezzone: anche i laici si mobilitino "Da laico e da liberale, credo che sia giusto che tutti si esprimano e si mobilitino contro le stragi che sempre più frequentemente avvengono contro uomini e donne di religione cristiana. Proprio chi, come ogni laico e ogni liberale, è in prima fila per difendere la libertà individuale, e per arginare ad ogni latitudine gli eccessi del confessionalismo, ha il dovere di levare la propria voce contro attacchi che colpiscono il bene supremo della libertà religiosa, presupposto e condizione della libertà senza aggettivi". Lo afferma il portavoce Pdl Daniele Capezzone. "Non si può ovviamente colpevolizzare l'Islam in quanto tale. Ma si deve pur notare che, dentro la realtà islamica, si muovono nuclei terroristi e fondamentalisti che considerano l'Occidente alla stregua di un nemico da abbattere. Anche i laici e i liberali del nostro Occidente, dunque, devono sentire l'attacco contro i cristiani come un attacco a se stessi, ai valori della libertà e della democrazia che ci sono cari. Una prima risposta possibile è quella di mettere in discussione i contributi economici, sia nazionali sia dell'Unione Europea, ai Paesi che non garantiscano la libertà religiosa, oltre che la libertà politica, e quindi la libertà tout court".
Santanche': "Il sit-in sia bipartisan" "Invito tutti gli esponenti di maggioranza e di opposizione a partecipare al sit-in del 4 sotto l'ambasciata brasiliana: lo dobbiamo a tutti i parenti delle vittime e alla comunità nazionale intera, perché la giustizia é stata calpestata dalla mancata estradizione di Cesare Battisti" dice Daniela Santanché, sottosegretario di Stato all'Attuazione del programma di governo. "Chiedo poi - prosegue la Santanché - a tutti di non dividerci in sigle di partito: il mio stesso movimento, che pure ha da subito organizzato il sit-in, non porterà le sue bandiere in Piazza Navona perché la battaglia sia di tutti, nessuno escluso".
Alemanno: "Pronti a manifestare" "Dopo l'orribile eccidio di cristiani in Egitto, ultimo tragico episodio di una persecuzione contro i cristiani che si sta diffondendo in tutto il mondo, credo che Roma debba dare una sua risposta all'insegna della fratellanza e del rifiuto di ogni discriminazione, fondamentalismo e violenza a sfondo religioso. Una grande manifestazione in cui le associazioni religiose cattoliche, insieme a rappresentanti di ogni religione, manifestino la loro solidarietà con tutti i cristiani e tutti i perseguitati per la loro fede nel mondo". Ad annunciarlo è Gianni Alemanno, sindaco di Roma. "Una manifestazione di solidarietà, ma anche di protesta contro tutti i governi e tutte le autorità che non condannano e contrastano in maniera efficace una simile inaccettabile persecuzione. Roma, dove cristiani, ebrei, musulmani e rappresentanti di ogni confessione non solo si rispettano reciprocamente ma collaborano per il bene comune, è esempio di convivenza pacifica. Roma Capitale è pronta a offrire il suo patrocinio a una grande manifestazione che possa raccogliere la voce di tutti coloro che soffrono nel mondo per la loro fede".
Il nunzio di Beirut: condanna dal mondo islamico Ci sono "voci autorevoli" del mondo islamico che "condannano" gli atti di violenza contro i cristiani. Lo afferma Mons. Gabriele Giordano Caccia, da poco più di un anno nunzio a Beirut, che in collegamento con Raiuno ha commentato l'Angelus di Benedetto XVI. "Quello che succede nelle comunità cristiane non lontane da qui ha una ripercussione forte soprattutto nella comunità libanese. Le parole del papa sono condivise da molte persone anche di fede islamica: queste sentimento che ogni atto di terrore e di violenza offende innanzitutto Dio e l'umanità è assi diffuso. Vedo con piacere - ha aggiunto mons. Caccia - che iniziano ad esserci voci autorevoli del mondo islamico, sia religioso sia politico che condannano tali avvenimenti. E' un piccolo segno che deve aiutare l'Occidente a comprendere che l'Islam è anche religione di pace e deve aiutare i credenti dell'Islam a comprendere che non devono lasciarsi strumentalizzare per fini politici utilizzando la religione". Secondo il nunzio, "il martirio della gente cristiana è comunque un segno di speranza. Il Papa ha ricordato il prologo del vangelo di Giovanni: guardando la storia noi siamo certi che Dio ci accompagna, che Dio la guida, che lui è l'origine e la fine. E' questa è la forza cristiana, una forza positiva, una forza di vita".
Appello dell'Ucoii "Orrore e dolore. Sono questi i sentimenti che ci ha provocato la notizia terribile del massacro avvenuto ad Alessandria d'Egitto". E' quanto scrive in una nota l'Unione delle comunità islamiche in Italia (Ucoii). "Mentre testimoniamo alle famiglie delle vittime e all'intero amato popolo egiziano tutto il nostro cordoglio e il senso del nostro sdegno, affermiamo che nessuna fede, credenza o ideologia potrà mai essere invocata per giustificare o anche solo spiegare le motivazioni aberranti che hanno condotto ad un atto tanto efferato che in tutta evidenza è stato programmato e perpetrato per minare la plurisecolare convivenza tra musulmani e cristiani, componenti storiche di quel Paese", prosegue la nota. "La sacralità della vita, il rispetto dei non belligeranti, dei religiosi e dei luoghi di culto sono state sempre componenti essenziali e riconosciute del diritto islamico quand'anche ci si trovasse in stato di guerra, che Iddio ce ne preservi sempre. E' pertanto inspiegabile - scrive il direttivo dell'Ucoii - in base alla nostra dottrina e tradizione che azioni di questo genere possano essere messe in atto in condizioni di pace come quelle che reggono le relazioni tra le due grandi famiglie religiose dell'Egitto. Siamo certi che mandanti ed esecutori vadano ricercati al di fuori dei confini di quel Paese, tra chi ha interesse alla sua destabilizzazione, attuando una strategia della tensione che implementi un aberrante ciclo di vendette che getterebbe il Paese in uno stato di guerra civile. In questa ottica, invitiamo tutti gli egiziani, cristiani e musulmani a testimoniare l'alto senso della civiltà della tolleranza e dell'accettazione dell'altro che ha permesso la convivenza tra loro da quasi 14 secoli".
"Al contempo invitiamo tutta la rete di moschee che fa riferimento alla nostra Unione a pregare per le vittime e affinché quella criminale provocazione fallisca. Vadano i nostri fratelli a presentare le loro condoglianze ai cristiani d'Egitto dimostrando il senso della nostra vicinanza umana"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.