Macché talebano. Il pm Woodcock è un uomo normale, con le stesse debolezze di chiunque altro. Mica un Vip come quelli a cui dà la caccia senza posa. O come il fotografo Fabrizio Corona che lo ha paragonato agli islamici guardiani della fede dalla lunga barba (lui tra l'altro al barbiere chiede rigorosamente un effetto «rasato da due giorni»).
Prendiamo ad esempio il comportamento alla guida del magistrato anglo napoletano. L11 giugno scorso è capitato anche a lui, come potrebbe succedere a tutti, di pigiare un po troppo forte sullacceleratore della sua Volvo V40 e uno spietato autovelox, proprio come uno dei paparazzi di Corona, lo ha fotografato mentre sfrecciava a 105 allora in direzione Napoli sulla via Flacca, tra Sperlonga e Gaeta. E sulla statale, attraversata da migliaia di frequentatori delle più belle ed esclusive spiagge del sud del Lazio, il limite è 60 allora. Grazie alla riduzione del 5 per cento prevista automaticamente dalla legge, la velocità netta contestata è risultata di 99 all'ora. A un passo dal baratro: ancora una tacca sul tachimetro e avrebbe superato la soglia massima di 40 chilometri allora di sforamento del limite di velocità, soglia sopra la quale le sanzioni diventano roventi. Se l'è cavata tutto sommato con poco. Il Comune di Sperlonga, pur essendo meta preferita di alcuni dei famosi finiti sotto il martello inquisitorio del pm, non ha infierito: sanzione di 148 euro e ritiro di due punti dalla patente. Il minimo previsto dalla legge.
A questo punto però Henry John Woodcock si è differenziato dalla maggioranza dei comuni automobilisti, che in media si limitano a imprecare e tirar fuori il portafogli. Ha sfoderato la sua grinta da pm. E la sua capacità di reperire informazioni che al multato medio probabilmente non sarebbe così facile individuare. Ha infatti fatto ricorso al Prefetto di Latina, citando una recente ordinanza del Tar del Lazio che sospendeva il decreto prefettizio con cui si individuano le strade dove possono essere installati gli autovelox più infingardi, quelli che ti fotografano, ti multano e ti arriva la brutta sorpresa a casa.
Henry John, insomma, pur essendo anche lui ormai un protagonista delle cronache rosa (è stato fotografato a cena con unamica, la giornalista Rai Federica Sciarelli, ed è finito sui rotocalchi), al contrario dei paparazzati da Corona ha detto no al «ricatto», no al gioco al massacro e si è rifiutato di pagare chi laveva fotografato (lautovelox).
A onor del vero va detto che, pur essendo un riconosciuto instancabile paladino della legge, non ha cercato di difendersi dall'accusa di aver abbondantemente trasgredito i limiti di velocità. Da buon conoscitore della legge si è invece attaccato al cavillo, all'ordinanza di un Tar, tra l'altro fortemente contestata dal Comune di Sperlonga, secondo cui invece è giusto mettere un autovelox in una zona piena di accessi al mare e campeggi, e funestata da tanti incidenti.
E non è tutto. Perché nel frattempo sarebbe arrivata una seconda multa. E stavolta il tachimetro della Volvo diceva 111 km orari: fanno 370 euro e dieci punti in meno sulla patente. Che fa dottore, concilia?
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