«Par condicio? Prima la legge elettorale»

Berlusconi: «La devoluzione non inciderà sul consenso. Negli ultimi sondaggi siamo alla pari con l’Unione ma vinceremo noi»

Fabrizio de Feo

nostro inviato a Durusu (Turchia)

«La par condicio? Con calma, prima facciamo la legge elettorale poi ne parleremo. È uno degli argomenti». Silvio Berlusconi si è appena intrattenuto in un incontro trilaterale con il presidente della Federazione russa, Vladimir Putin e con il premier turco Recep Tayyip Erdogan, a Durusu sul Mar Nero, per una panoramica sull'attualità internazionale e sulle grandi questioni energetiche. Per il premier italiano, però, è un giorno speciale. Le scorie dei festeggiamenti per l'approvazione della devoluzione, infatti, non sono ancora del tutto smaltite. E il pensiero corre inevitabilmente alla compattezza dimostrata al Senato dalla Casa delle libertà e alla conferma di un clima politico ormai mutato nella maggioranza.
Così, a margine delle cerimonie ufficiali, il pensiero di Berlusconi ritorna all'approvazione della riforma costituzionale e alle prossime scadenza parlamentari. «La devoluzione è un passo importante. Determina una razionalizzazione di ciò che devono fare le Regioni in quanto a organizzazione sanitaria e scolastica - dice il premier -. Abbiamo regolato molto bene ciò che è giusto sia di competenza delle Regioni come la sanità e la scuola». Se la devoluzione ormai è acquisita, lo sguardo si sposta già verso i prossimi obiettivi politici e, soprattutto, verso la par condicio. Il premier, con una battuta, fa capire come la modifica del sistema di disciplina della propaganda politica sia una questione aperta e come le trattative proseguano ai massimi livelli, coinvolgendo direttamente Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini.
Berlusconi si concede un passaggio anche sulle prospettive elettorali della Casa delle libertà, soffermandosi su alcuni segnali che indicano un’inversione di tendenza negli umori popolari e un recupero nei sondaggi. «La verità è che siamo in perfetta parità, centrodestra al 48% alla pari con l'Unione. La devoluzione può incidere sul consenso? Ho sempre pensato che si vince con o senza la devoluzione». L'ultima battuta il premier la riserva a Clemente Mastella e alle difficoltà di rapporto che il leader dell'Udeur continua ad avere con l'Unione. Una situazione a cui Berlusconi guarda con ironia, raccontando una barzelletta che fa capire come il premier ritenga il parlamentare campano «prigioniero del centrosinistra». «Mastella mi ricorda il soldato che chiama il capitano. Capitano, capitano, ho catturato ventidue nemici... Be’, allora portali gli risponde il capitano. Capitano, purtroppo non mi fanno venire».
Se la politica nazionale occupa la scena e suscita la curiosità dei giornalisti, sullo sfondo le cerimonie per la messa a pieno regime del grande impianto energetico russo-turco-italiano scandiscono la giornata del premier. L'appuntamento è di quelli che accendono curiosità ed entusiasmo in quest'angolo di Anatolia. Sulla costa turca del Mar Nero, sulla strada costellata di moschee e insediamenti agricoli che collega l'aeroporto di Samsun ai grandi gasdotti di Durusu, i volti del presidente del Consiglio italiano compaiono su enormi manifesti celebrativi insieme a quelli degli omologhi turchi e russi. Un benvenuto impensabile dalle nostre parti oltre che un segno visibile del desiderio di Europa ma anche di crescita economica diffuso da queste parti.
D'altra parte il gasdotto Blue Stream, joint venture paritetica tra Eni e Gazprom che trasporta gas russo in Anatolia e poi nel resto d'Europa, è una di quelle opere che segnano la storia economica di tutta un'area geografica. E Berlusconi non manca di sottolinearlo. Il premier approfitta, poi, dei discorsi ufficiali - dove viene addirittura accolto, mentre si dirige verso il palco, dalle note di un tarantella napoletana - per complimentarsi con il premier turco Erdogan per «aver iniziato il cammino verso un'adesione a pieno titolo all'Europa». E poi apre un altro scenario: quello dell'allargamento dell'Unione europea anche alla Federazione russa. «Io per primo - ricorda Berlusconi - ho immaginato un'Europa che potesse estendersi anche alla Federazione russa. Oggi è soltanto un sogno. Ma io credo che si tratti di un sogno destinato, prima o poi, ad avverarsi. Noi con questo progetto abbiamo già annullato le frontiere e unito territori lontani e un blu stream è diventato un blu dream.

Le democrazie unite, lavorando in armonia, possono raggiungere risultati straordinari. L'importante è che di pari passo ai progressi tecnologici proceda il processo di democratizzazione in tanti Paesi che ancora non conoscono la democrazia».

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