Par condicio, Rete 4 ancora nel mirino Rai, anche il sindacato critica i duelli tv

L’Authority accusa «Liberitutti», Mediaset risponde: «Polemiche montate ad arte» e invita nuovamente Prodi

Gian Maria De Francesco

da Roma

Rete 4 ha ricevuto un altro cartellino giallo dall’Authority delle telecomunicazioni che ha contestato alla trasmissione Liberitutti di Irene Pivetti alla quale ha preso parte il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, la violazione dell’atto di indirizzo riguardante l’applicazione della par condicio nei periodi non elettorali.
Si è trattato dell’epilogo di una giornata caratterizzata dal riaccendersi delle polemiche sul ruolo dei media nella campagna elettorale. L’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai più vicino al centrosinistra, ha protestato contro le norme dettate dalla Commissione parlamentare di Vigilanza sui «faccia a faccia», mentre il cda di viale Mazzini ha addirittura consultato l’ufficio legale per dirimere il caso Vespa, ovvero la possibile esclusione del noto collaboratore dalla conduzione dei duelli tv tra Cdl e Unione perché non interno Rai a tutti gli effetti. E che la par condicio sia ormai una questione prioritaria nel dibattito politico lo ha sottolineato anche il segretario dei Ds, Piero Fassino. «Se parlo di altre cose, sono convinto che non mi danno nemmeno una riga», ha detto il leader della Quercia.
Calabrò contro Rete 4. Ieri la Commissione servizi e prodotti dell’Autorità guidata da Corrado Calabrò ha ritenuto che Liberitutti di sabato scorso sia passibile di violazione degli articoli 1 e 2 dell’atto di indirizzo sulla par condicio nei periodi non elettorali. Il commissario Innocenzi non ha partecipato al voto, l’altro commissario vicino al centrodestra Magri ha espresso parere contrario. In particolare, il programma di Irene Pivetti dedicato alla carriera politica e imprenditoriale del premier non avrebbe rispettato i principi di obiettività e imparzialità. A Mediaset sono state comunque concesse 24 ore per presentare eventuali controdeduzioni. Nel pomeriggio il gruppo di Cologno Monzese aveva diffuso un comunicato ricordando che la trasmissione, nella sua replica domenicale, era stata inserita tra due riproposizioni di Matrix con ospiti rispettivamente Rutelli e D’Alema e che non aveva registrato l’audience più elevato. «Non si capisce perché solo una di queste repliche dovrebbe costituire una “emergenza democratica” se non un “colpo di Stato mediatico”, mentre nessun commento di queste ore fa cenno alle altre due trasmissioni», ha replicato la società stigmatizzando «le polemiche montate ad arte». Mediaset, infine, ha ribadito l’invito a Romano Prodi a presenziare «con pari modalità» a tutti i programmi di approfondimento. L’Authority tornerà a riunirsi tra domani e dopodomani: il gruppo rischia una multa fino a 250mila euro. Sempre giovedì è atteso il pronunciamento del Tar del Lazio sul ricorso di Mediaset contro l’atto di indirizzo dell’Autorità.
Giornalisti Rai all’attacco. Il segretario dell’Usigrai, Roberto Natale, ha criticato le norme sui «faccia a faccia» elettorali emanate dalla Vigilanza. Il regolamento, secondo Natale, è «poco rispettoso dell’autonomia dei giornalisti» in quanto al moderatore-conduttore «viene riservato niente più che un ruolo di smistamento del traffico», mentre i due giornalisti partecipanti, essendo designati dai leader politici, saranno valutati in base all’«affidabilità politica». Il sindacalista ha pertanto invitato la Vigilanza a ripensare questi aspetti.
Viale Mazzini in manovra.

Il consiglio di amministrazione della Rai ha chiesto un parere alla direzione Affari legali dell’azienda sull’applicazione del regolamento sui «faccia a faccia». La Rai ha smentito che gli avvocati siano stati consultati specificamente per comprendere se Bruno Vespa possa condurre o meno i «faccia a faccia», ma il cda di domani affronterà ancora l’argomento.

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