Parigi frena sulla nomina di Schaeuble

L’ascesa di François Hollande all’Eliseo potrebbe segnare la fine dell’alleanza economico-politica con Berlino che ha contraddistinto il predecessore Nicholas Sarkozy. Una prima testimonianza è giunta dal G8 di Camp David dove Holland si è mostrato più sensibile ai richiami «sviluppisti» di Obama che a quelli rigoristi di Angela Merkel.
Il secondo indizio lo ha fornito il settimanale tedesco Der Spiegel: il neopresidente sta resistendo alla possibilità di nominare il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schaeuble alla testa dell’Eurogruppo, al posto del lussemburghese Jean-Claude Juncker, dimissionario.
Secondo il magazine, Hollande avrebbe manifestato al cancelliere Angel Merkel la propria riluttanza sulla designazione di Schaeuble come guida del gruppo dei ministri europei dell’Economia. In realtà, il veto francese ha poche possibilità di concretizzarsi nei fatti giacché il passaggio del testimone dovrebbe rappresentare una pura formalità.
Lo stesso Juncker, al momento di formalizzare il motivo delle proprie dimissioni (l’opposizione tedesca ai sostegni ai Paesi in difficoltà anche tramite la Bce), ha di fatto formulato gli auguri di buon lavoro a Schaeuble. Ma, come scrive lo stesso Spiegel, la riluttanza di Hollande, sostenuto da Italia, Portogallo e Spagna, potrebbe rappresentare un escamotage per far pesare ancor di più il proprio «sì» strappare alla Merkel qualche concessione, eurobond inclusi.
Non bisogna tuttavia trascurare come il nuovo corso delle relazioni diplomatiche tra le due sponde del Reno non sia iniziato all’insegna della sintonia. Merkel e Hollande non sono riusciti a mettersi d’accordo la settimana scorsa sul nome del capo della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Berlino ha ritirato il sostegno al presidente uscente, il tedesco Thomas Mirow, con l’obiettivo di favorire un francese nella speranza di rafforzare la candidatura di Schaeuble all’Eurogruppo. Ma poi è stato eletto un britannico, sir Suma Chakrabati.


I dissidi, tuttavia, non sembrano preoccupare il ministro tedesco delle Finanze. Che, all’indomani di un G8 sicuramente non ostile alle sorti di Atene, ha ribadito che alla Grecia serve l’austerità e la solidarietà europea non può essere «a senso unico».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica